Legambiente: "Marinò sulle emissioni fa confusione"

20.10.2011 00:03

LE PRECISAZIONI - Il Rapporto sull’Ecosistema Urbano di Legambiente ogni anno provoca, come è  normale che sia, la reazione contrapposta dei Sindaci di Comuni “virtuosi” e di quelli  dei Comuni che risultano in fondo alla classifica. A fronte di dati che sono inconfutabili, è apprezzabile che si metta in risalto, come fa  il Commissario prefettizio del Comune di Brindisi, il miglioramento rispetto al 2010, anno di riferimento del rapporto, nella raccolta differenziata nel 2011, anche se in un’altra sede si tornerà sull’argomento, sulla qualità del servizio e sulla corrispondenza o meno dei dati sulla raccolta con quelli sul conferimento per i trattamenti successivi su R.S.U.

MARINO’ FA CONFUSIONE - Ancora una volta Legambiente è costretta a precisare al Presidente di Confindustria Marinò che il Rapporto sull’Ecosistema Urbano non ha alcuna attinenza con rapporti sull’inquinamento industriale e su quello da combustione di carbone, che sarà oggetto di manifestazioni ambientaliste in tutt’Italia, ed anche a Brindisi, il 29 ottobre prossimo.

Di ciò fa fede il fatto che sono prese in considerazione soltanto le centraline situate in città e che un parametro strettamente connesso con l’inquinamento da carbone, l’SO2, non viene preso in considerazione. Peraltro, Legambiente ha già precisato che le medie appiattiscono il superamento puntuale dei valori di soglia e soprattutto che, nelle centraline si continua a rilevare, in contrasto con una Direttiva europea, recepita in Italia, il PM10 e non il PM 2,5 ben più direttamente collegabile con le polveri sottili emesse dalla combustione del carbone. Il Presidente Marinò confonde le emissioni in atmosfera con le emissioni al suolo che le centraline registrano. Soltanto le prime, rilevate a bocca di scarico, portano ad individuare le fonti dirette di inquinamento.

Per quel che attiene le continue “opere di ambientalizzazione dei processi produttivi”, basti ricordare le “tranquille” fughe di EVC e DOW Chemical mai obbligate a rispettare il “chi inquina paga”, alle caratterizzazioni mai eseguite di siti interessati soltanto da terre da riporto, allo scandaloso caso di Micorosa e di discariche industriali tutt’ora non bonificate ed alle violazioni costanti nel polo energetico della Convenzione del 1996 stipulata anche da Enel, o di impegni da tempo formalmente assunti, quali quelli del 2007. Legambiente dimostra nei fatti di volere un “confronto pacato sui numeri, quelli veri”, ma è necessario che i numeri siano correttamente interpretati e che non si prendano quelli sull’Ecosistema Urbano per parlare, in modo propagandistico, del comparto industriale che è la prima causa dei Piani di risanamento e bonifica, ancora inattuati, e di conflitti sociali perduranti.

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