Solita storia: basta un pareggio e qualcuno grida 'é finita'
La delusione è stata sicuramente grossa per i tifosi biancazzurri di sponda calcistica che alle 16,15 di domenica scorsa si accingevano a festeggiare il raggiungimento del primo posto in classifica nel campionato di serie D dopo un lungo inseguimento durato cinque mesi e che sono rimasti letteralmente gelati dal gol messo a segno dal Gelbison ben oltre il 90° minuto a seguito, fra l’altro di un macroscopico errore arbitrale che ha invertito il possesso palla facendo battere una punizione agli ospiti anziché, come segnalato dal guardalinee, una rimessa in gioco in favore dei padroni di casa che avrebbe virtualmente concluso la partita consegnando il meritato primato alla formazione messapica.
Il destino, invece, ha allontanato ancora questo momento di gloria ed il Brindisi, pur avendo recuperato un altro prezioso punto al Marcianise, che appena un mese fa distava nove lunghezze ed ora si trova ad appena due punti, è in piena, anzi pienissima, corsa verso la promozione in terza serie.
Ma da questa delusione per un pareggio difficile da digerire a giungere ad inveire, come ha fatto più di qualcuno in tribuna coperta, contro tutto e tutti, gridando, addirittura, al presidente di ritirare la squadra dal campionato ed altre assurdità – per usare un eufemismo - del genere ce ne corre davvero tanto!
C’è stato anche chi si è spinto a contestare fior di calciatori che non solo avevano dato tutto in campo, ma avevano anche segnato.
Tutto questo, grazie a Dio, non l’ho visto con i miei occhi né l’ho udito con le mie orecchie, ma mi è stato riferito dagli amici che solitamente assistono con me alla partita dalla gradinata ma che, causa maltempo, per una volta hanno preferito sistemarsi comodamente in tribuna coperta ed al che non ho potuto fare ameno di ricordargli che è proprio questa la ragione per cui, anche sotto la tempesta, preferisco andare in gradinata.
Da anni, infatti, la tribuna dello stadio Fanuzzi oltre che essere frequentata da tantissimi tifosi biancazzurri sinceramente innamorati della maglia con la V, è infestata anche da questa strana categoria di “antitifosi” perennemente insoddisfatti ed assolutamente incontentabili che sembrano godere solo nel momento in cui con un sorriso a trentadue denti possono dire agli amici la fatidica frase: “ve lo avevo detto che neanche quest’anno si combina niente”; sono gli stessi, a ben pensarci, che non appena il direttore di gara fischia l’inizio della contesa già cominciano a scuotere il capo dicendo che stiamo giocando male, che non riusciamo ad imbastire un’azione decente, che la squadra è messa male in campo, etc. etc.
Ed allora massimo è il godimento di questi individui quando per una ragione o per un’altra il Brindisi commette un mezzo passo falso come quello di domenica scorsa ed è allora che perdono completamente i lumi della ragione e non si limitano ad imprecare, come sarebbe perfettamente comprensibile in un momento di rabbia, contro la cattiva sorte, contro l’arbitro e le sue vistose appendici ossee situate nel mezzo della fronte od anche contro quel singolo calciatore che ha commesso un errore evidente o contro il tecnico per un cambio sbagliato, ma imprecano contro tutto e tutti, invocano, addirittura, la fine del calcio a Brindisi come se fosse la soluzione contro tutti i mali che affliggono l’umanità!
Il fatto stesso di aver pagato il biglietto, sempre se il biglietto lo hanno pagato, sembra conferirgli non solo un legittimo diritto di critica, ci mancherebbe altro, ma una sorta di salvacondotto che consente di esercitare una violenza “verbale” assoluta su tutto e tutti.
Ovviamente sono quegli stessi soggetti che, se tutto va bene, si tengono più in disparte, difficilmente prendono parte ai festeggiamenti e sembra quasi che siano indifferenti per i successi di quella che essi stessi affermano essere la squadra del cuore.
Ciò che sorprende maggiormente, però, è la costanza con cui queste persone continuano a frequentare la tribuna del Fanuzzi, mentre logica vorrebbe la domenica pomeriggio che se ne stessero tranquillamente in poltrona oppure in giardino a coltivare fiori dal momento che il Brindisi non gli riserva, a loro dire, alcuna gioia ed andrebbe addirittura ritirato dal campionato!
E guai ad incontrarli per strada o al bar il lunedì mattina se il Brindisi non ha vinto od anche se semplicemente non ha giocato ben: ti girano attorno fino ad incrociarti per poter pronunciare a quattr’occhi la fatidica frase: “visto che non andiamo da nessuna parte?” per poi allontanarsi scrollando le spalle e, immagino, raggiungendo l’orgasmo per il godimento di chi ritiene di aver compiuto una vera e propria missione.
Ignoro se una tale categoria di “tifosi” eternamente insoddisfatti e pronti a gettar fango sulla propria squadra esiste solo a Brindisi o se si tratta di una mutazione genetica presente in ogni stadio d’Italia e del mondo e mi riservo di effettuare ricerche specifiche al riguardo sentendomi con amici sportivi di altre città, certo è che non fanno il bene del calcio e mortificano l’animo di chi ha la sfortuna di capitargli vicino.
Sono più che convinto che alla prossima occasione in cui il maltempo imperverserà dalle parti di via Benedetto Brin, non rimarrò da solo in gradinata ad inzupparmi di acqua, ma i miei amici, armati di ombrello, rigorosamente senza punta, e cappellino, rigorosamente biancazzurro, torneranno a farmi compagnia!
Alessandro Caiulo
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