Brigante: "candidati impegnati ad insultarsi"
La campagna elettorale dovrebbe essere finalizzata all'interesse generale. Per questa motivazione i candidati più che impegnati nel dileggio e nell'insulto degli avversari dovrebbero spiegare agli elettori che tipo di città vogliono adoperarsi a realizzare.
Una città, Brindisi, dalle molteplici potenzialità e dagli antichi problemi irrisolti, che ha bisogno della migliore classe dirigente possibile per affrontarli.
Una città, la nostra Brindisi, che ha bisogno che il dibattito in questa campagna elettorale sia lontano dai falsi scoop o da fantomatiche rivelazioni sulla vita privata di questo o quel candidato. Un dibattito che invece deve concentrarsi sul modello di governance che si vuole proporre agli elettori e poi, se eletti, portare avanti.
Quali gli impegni da prendere con i cittadini, quali priorità, quali i tempi per realizzare, quale squadra di donne e uomini con cui collaborare per rendere efficiente la guida amministrativa della città. Punti assolutamente non procrastinabili sui quali si gioca la correttezza di chi si propone alla volontà popolare.
Un dibattito che sappia anche evidenziare come, chi guiderà l'amministrazione comunale, vorrà dialogare con le parti deboli della nostra città: i portatori di handicap, gli anziani, i bambini. Ma anche e soprattutto le nuove emergenze: i disoccupati, il variegato e misconosciuto mondo delle nuove povertà, i cassintegrati cronici, gli espulsi dalle attività produttive, i mai tutelati.
La vera sfida è questa: rendere Brindisi più adeguata a tutti i cittadini, non farli mai sentire soli con le proprie angosce e costruire un fattibile progetto che sappia dare a tutti l'occasione giusta per vivere in una città davvero a misura d'Uomo.
Brindisi, insomma, merita un dibattito di alto profilo in questa campagna elettorale. Lo merita per la sua storia antica ma anche per quella più recente.
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