Operazione “Pantera”: sgominata banda di spacciatori
“Stiamo zitti, potrebbero ascoltarci”. Troppo tardi: una raccomandazione che arriva dopo una chiacchierata lunga 20 minuti su acquisti e cessioni di droga interamente intercettata dai carabinieri. Questa, come tantissime altre telefonate, a supporto delle indagini che hanno permesso di arrestare 6 persone per concorso di detenzione ai fini di spaccio di sostante stupefacenti. Su richiesta dei sostituti procuratori Myriam Iacoviello e Marco D’Agostino, il gip del tribunale di Brindisi Tea Verderosa ha emesso le ordinanze di custodia cautelare nei confronti degli ostunesi Giovanni Iaia di 22 anni, Loris Turco di 31, Daniele Sgura 26 anni, Gianni Trizzi di 23, Biagio Sternatia di 29 e Leonardo D’Amico, 35enne di Cisternino. Avevano avviato una proficua attività di spaccio di sostanze stupefacenti (in modo particolare di marjuana, hashish e cocaina) rifornendo i tossicodipendenti di Ostuni, Fasano, Cisternino, Martina Franca ed Alberobello. Le indagini, condotte dal nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Fasano, sono partite da un controllo del 16 ottobre 2009, quando Loris Turco venne beccato con cocaina e hashish. Da lì una serie servizi di osservazione con pedinamenti ed intercettazioni telefoniche che hanno permesso di acceratare ben 112 episodi di spaccio tra Ostuni e Cisternino. Spaccio che non avveniva, come di consueto, per strada o nelle piazze ma in campagna o nelle pinete rendendo particolamente difficile il lavoro dei militari dell’arma, costretti a nascondersi sugli alberi o a sdraiarsi per ore dietro i muretti a secco. In un’occasione Gianni Trizzi venne beccato con 80 gr. di hashish e ben 17.000 euro, provento dell’attività di spaccio. Su Daniele Sgura pende anche l’accusa di tentata estorsione nei confronti dei “colleghi” Leonardo D’Amico e Loris Turco. Sgura era una sorta di grossista che riforniva la sostanza: in più occasioni i pagamenti sono arrivati in ritardo e giù con minacce e pressanti richieste di denaro con i relativi interessi. Tutti i soggetti sono stati rinchiusi nel carcere di Brindisi, ad eccezione di Gianni Trizzi e Biagio Sternatia, già detenuti per lo stesso reato rispettivamente nelle case circondariali di Brindisi e Lecce.
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