Happy Casa, Vittoria pesante nonostante gli errori. Vediamo quali...
La quarta vittoria consecutiva è arrivata, ed è questo ciò che conta di più. Brindisi ha portato a casa una partita su un campo difficile come l'Allianz Dome di Trieste, e lo ha fatto con la metalità e il carattere nonostante non abbia messo in scena una delle sue prestazioni più brillanti, con errori che in molte circostanze costano la vittoria.
Facendo un po' "gli avvocati del diavolo", per una volta ci concentriamo più che sulle note positive che non sono mancate, sulle cose da migliorare per restare nella metà sinistra di classifica dove vogliamo vederci anche a fine girone di andata (per accedere alla coppa) e a fine campionato per centrare un altro playoff.
SCELTE DI TIRO - Per farla breve, abuso del tiro da 3 punti (ben 36 tentativi con il 19% totale). Un problema che abbiamo visto poche volte ad essere onesti. E sia chiaro che per abuso non intendiamo il numero assoluto di tiri tentati (che in alcune partite è anche più alto), ma il numero alto proporzionato sia alla scadente percentuale tenuta nell'arco dell'intera gara sia alla qualità dei tiri presi da Harrison e compagni. Proprio Harrison (complice, pare, un mal di schiena) è stato protagonista di tante, troppe forzature e tiri senza ritmo (2/10 da oltre l'arco) compresi quelli presi negli ultimi 2' di gioco, tiri che se fosse arrivata una sconfitta sarebbero costati una pioggia di critiche per il mattatore americano. Le forzature insomma sono esattamente ciò che la difesa a zona di Dalmasson voleva ottenere, pur sciupando però il suo lavoro concedendo ben 24 rimbalzi offensivi a Brindisi che, a conti fatti, sono valsi la partita.
DIFESA SUI LUNGHI - Come spesso accade, il giovane Nick Perkins è passato in sole due settimane da pecora nera da tagliare a fuoriclasse assoluto dopo aver finalmente trovato continuità in attacco e a rimbalzo. Senza nulla togliere agli indubbi progressi che sta facendo il lungo americano che ha recuperato una condizione fisica decisamente migliore, è giusto riconoscere che la difesa è ancora lontana dall'essere efficace come quella del compagno di reparto Krubally. Marcos Delia, giocatore rispettabile ma certamente non un realizzatore incontenibile, ha realizzato 10 dei suoi 13 punti nella prima metà di partita, mentre Upson ha segnato tutti e 7 i suoi punti nel terzo quarto, quando in più occasioni Perkins lo ha perso in marcatura nelle situazioni di pick and roll. Graziulis è l'altro lungo che ha fatto male a Brindisi, con responsabilità da spartire fra Willis e Bell. Se consideriamo che era assente un certo Udanoh, sono errori che potevano costare caro.
GESTIONE DEL FINALE - Le opportunità per mettere la freccia e chiudere la partita sono state almeno tre negli ultimi 2 minuti e mezzo (due sciupate da Harrison, che ha poi il merito di non sbagliare dalla lunetta), e in ogni caso le scelte offensive sbagliate hanno lasciato la partita aperta fino all'ultimissimo istante di gioco. Merito anche, non c'è dubbio, della difesa di Trieste, ma negli 11.8 secondi finali (che Eurosport non ci ha concesso per un problema nella trasmissione) l'Happy Casa ha scelto di non commettere fallo, e fin qui si tratta di correnti di pensiero, dato che neanche il fallo garantisce la vittoria con certezza assoluta; dopo la buona difesa sulla tripla di Doyle però Brindisi ha concesso non uno, ma ben due rimbalzi offensivi consecitvi nell'ultimissima azione della partita. La tripla del pareggio di Alviti alla fine era anche arrivata, ma per fortuna di Brindisi a tempo ormai scaduto.
Vittorie del genere fanno bene sia alla classifica che alla propria consapevolezza, ma come le sconfitte possono offrire sempre lezioni da imparare.
Commenti