Il riordino potrebbe essere 'una bufala'. Resta la Provincia di Brindisi?
Potrebbe essere tutta una bufala. O qualcosa di molto simile. Più delle proteste di piazza e delle raccolte firme sarà con molta probabilità la “lentezza” del Parlamento ad affossare il riordino delle Province voluto dal governo. E con questo anche il discusso accorpamento di Brindisi con Lecce, che il consiglio comunale si é apprestato a votare e promuovere come se si dovesse decidere tutto entro ventiquattro ore. La salvezza della provincia di Brindisi, in realtá, si decide a Roma. Nonostante a parole quasi tutti i partiti si fossero infatti detti d’accordo sulla proposta che cancellava 35 province su 86 nei fatti sembra proprio che gli stessi partiti facciano di tutto per sabotare o quantomeno smontare il provvedimento. Sono già passati 20 giorni da quando il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge che entro due mesi deve essere convertito in legge, pena la sua decadenza. Considerando il lungo ponte di fine anno, però, l’operazione va chiusa prima di Natale altrimenti di Province non ne sarà tagliata nemmeno una e tutto resterà come prima. Dunque un mese di tempo. Peccato che al momento il decreto non sia riuscito a fare nemmeno il primo passo, essendo bloccato in commissione Affari costituzionali al Senato. Ieri c’è stato l’ennesimo rinvio. E la situazione appare tuttaltro che chiara visto che il vice capogruppo Pdl Oreste Tofani, ha presentato una pregiudiziale di costituzionalità. Se venisse approvata dall’Aula, il decreto verrebbe affossato definitivamente.
Ma a prescindere da questo, i tempi sono strettissimi dato che in appena un mese sarebbe necessario l’ok sia della Camera sia del Senato, sia in commissione che in Aula. Insomma dopo tutto il caos e le polemiche potremmo scoprire di avere rincorso un fantasma per oltre due mesi. E, visto lo sfegatato tifo per Lecce di questi giorni, non ci meraviglieremmo se qualcuno dovesse addirittura rimanere male di dover restare PROVINCIA DI BRINDISI.
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