"Potrebbe restare tutto chiuso fino a maggio, prepariamoci ad un'estate diversa'
“Forse potremo avere dei buoni risultati intorno ad aprile-maggio, mantenendo un livello di chiusura ancora piuttosto alto”. Lo sottolinea Pier Luigi Lopalco, epidemiologo dell'università di Pisa. Secondo lo studioso, non si può prevedere la durata dell’epidemia in quanto il coronavirus “è davvero imprevedibile”. L'aspetto importante è non farsi trovare impreparati e “tenere duro almeno fino alla fine di maggio”.
Intanto ieri il governo ha varato un nuovo decreto che stabilisce provvedimenti più duri per chi viola le restrizioni ed è stata dichiarata l’emergenza fino al 31 luglio. Ma “non significa che le misure restrittive saranno prorogate fino a quella data”, come precisato ieri dal premier Giuseppe Conte.
Lopalco giudica positivamente quanto sta facendo il nostro Paese per contenere la diffusione del Covid-19. Poi esprime un giudizio sui contagi e i decessi. “Il buon segno è che non ci sia una crescita della diffusione - evidenzia l’esperto -. I morti continueranno a esserci, perché sono quelli che si sono contagiati otto giorni fa. L'epidemia italiana è la sommatoria di tante epidemie, il grosso viene dalla Lombardia”.
In un'intervista al Messaggero, lo studioso spiega che per analizzare l’evoluzione dell’epidemia occorre analizzare l’andamento delle altre Regioni. In sostanza bisogna evitare che il Covid-19 si allarghi in modo consistente al Centro e al Sud. “Io spero proprio che non si debba arrivare al 31 luglio con le chiusure attualmente in vigore - prosegue -. E sono quasi certo che, presto o tardi, l'epidemia lombarda scenderà. Gli sforzi devono essere concentrati affinché non si crei un'altra Lombardia”. Secondo Lopalco, il pericolo è la creazione di un altro focolaio: in questo caso lo scenario muterebbe, mentre in caso contrario alcune attività potrebbero riprendere verso l’estate.
Asintomatici
Lopalco invita a tenere in considerazione gli asintomatici. “È facile che siano circa 500 mila le persone che non presentano sintomi evidenti - avverte -. Tali numeri non vogliono dire, però, che l'epidemia sia fuori controllo”. A questo proposito l’esperto spiega che i contagi potrebbero pian piano diminuire se venissero identificati i casi sintomatici e si effettuasse “la ricerca di tutti i contatti procedendo dunque al loro isolamento anche se asintomatici”. In sostanza, si tratta del modello coreano come evidenziato dall'epidemiologo, "solo che nel Paese asiatico si usano le app per tracciare mentre da noi - conclude - c'è una efficace azione da parte dei dipartimenti di prevenzione che seguono e gestiscono le persone in isolamento".
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