Calcio

Francioso: "Giudicato da chi non sa di che forma è la palla"

03.02.2014 07:00

Mino Francioso, indimenticabile bomber brindisino doc ha rilasciato un'interessante intervista al portale 'tuttolegapro' nella rubrica 'mi ritorni in mente'. Francioso svela di essere approdato al Brindisi di Salucci mentre era in atto una trattativa per andare in serie A. E sui suoi recenti esoneri da allenatore commenta: "mi hanno giudicato persone che non sanno neppure di che forma é il pallone". Ecco i passaggi più incessanti dell'intervista:

"Ero al Genoa e mi cercò il Modena appena promosso in A. Volevo rimanere a Genova per mantenere la categoria, poi saltò tutto e mi sono ritrovato a Brindisi. Anche con il Lecce stesso sono arrivato in A che avevo ventinove anni ed essendo come quasi tutti in scadenza di contratto mi accordai con il Ravenna".

Fino ad una settimana fa allenavi il Francavilla in D. Poi cosa è successo?

"Quello che succede in tutte le società poco preparate: ti esonerano senza un perché".

Hai lavorato prevalentemente nel dilettantisimo nelle tue esperienze da allenatore ed in questo mondo sono in molti che si improvvisano dirigenti. Non credi che questo non aiuti il tuo lavoro?

"Sono d'accordo con te. Purtroppo l'improvvisazione oltre a far danni alle società, fa danni irreparabili nel nostro lavoro. Mi sono trovato ad essere giudicato da gente che non sa se il pallone sia tondo o quadrato. Questo devo dire che fa male".

In Serie D c'è la regola dei quattro giovani obbligatori in campo. Come si lavora sapendo che hai almeno quattro undicesimi della squadra obbligati?

"E' un lavoro non semplice, proprio in virtù del fatto che lavori con una regola che ti impone l'utilizzo di giocatori, buoni o scarsi devono giocare. Non so quanto giovi questo alla loro crescita, ma lo accettiamo".

Quanto pelo sullo stomaco ci vuole per stare in questo calcio?

"Tanto, ce ne vuole davvero tanto. Come detto, lavori con gente impreparata e lo noti anche dagli atteggiamenti che hanno".

Un'esperienza in Lega Pro come la vedi?

"Mi intriga pensarci e non mi dispiacerebbe viverla. Vediamo se la prossima stagione si muove qualcosa su questo frangente. Vorrei misurarmi in un mondo sicuramente più preparato rispetto ai dilettanti".

Agli attaccanti che alleni cosa consigli di solito?

"Sai, vivendo il campo da allenatore ti accorgi di aspetti dei calciatori stessi che ti portano a pensare: se questa punta non riesce a fare determinati movimenti mi pare normale che debba giocare nei dilettanti. C'è poco da girarci intorno. Agli attaccanti che alleno io cerco sempre di insegnare la profondità e come si attaccano gli spazi, ma come detto se questi si trovano ancora in questo mondo dilettantistico ci sarà un motivo".

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