Kamano: "vi racconto la mia storia"

10.01.2014 21:55

BRINDISI – Nel 2011 arrivò a Lampedusa a bordo di un barcone stracolmo di persone in fuga dalla fame e dalla guerra. Da oggi, Eduard Kamano, roccioso centrocampista originario della Guinea, è il nuovo calciatore del Brindisi. Il calcio è stata la sua salvezza. Grazie al pallone, questo ragazzo nato 19 anni fa a Conakry, capitale del suo Paese, si è integrato nella società italiana e ha trovato una certa stabilità economica.

Arrivato a Brindisi nel primo pomeriggio, Kamano racconta a BrindisiReport.it la sua storia, mentre assiste da bordo campo all’allenamento dei suoi compagni di squadra. Da domani, anche lui indosserà le scarpe bullonate e si metterà a disposizione di mister Salvatore Ciullo. “Sono arrivato in Italia – dichiara Eduard – nel 2011. Non ricordo bene in che mese”. D. Ha lasciato una famiglia in Guinea?

Sono il più piccolo di 5 figli, 2 sorelle e 3 fratelli. Mia madre non voleva che io lasciassi il mio Paese. Sono partito senza dire nulla ai miei genitori. Non volevo più restare in Guinea. Lì non vedevo nessuna speranza concreta per il mio futuro.

D. Com’è arrivato in Italia? Mi sono messo in viaggio insieme ad un gruppo di persone di cui non conoscevo nessuno. Ho raggiunto la Tunisia in aereo. Da lì, sono stato accompagnato fino alla frontiera con la Libia, dove mi sono imbarcato alla volta dell’Italia. D. Che ricordo ha di quella traversata in mare?

Un ricordo bruttissimo. La navigazione è durata due giorni. Avevo sempre mal di mare. Eravamo in 800, a bordo di una barca che poteva contenere molte meno persone. C’erano tante donne. Tanti bambini. Non potrò mai cancellare il ricordo di quella traversata. Non avevo né cibo né acqua. E’ stato orribile. Per fortuna, siamo arrivati a Lampedusa sani e salvi.

D. Quanto ha pagato per questo viaggio? Non ricordo, è stato un mio amico a pagare per me. D. Per quanto tempo è restato a Lampedusa? Circa un paio di mesi. Dopo di che mi sono diretto a Palermo. Non conoscevo nessuno in Italia. La mia unica ancora di salvezza era il calcio. Da ragazzino, nella mia terra, ho giocato per una rappresentativa locale, sempre nel ruolo di centrocampista. A Palermo, ho sostenuto un provino di due giorni con la formazione Primavera dell’Unione sportiva Città di Palermo. Non potevo essere tesserato perché non avevo i documenti del caso. Così mi sono spostato in Puglia, nel foggiano, senza mai abbandonare la speranza di poter giocare a calcio. D. A Foggia è andata meglio? Nel 2012 sono stato ingaggiato dal San Severo, in Eccellenza. E’ andata bene. Abbiamo terminato il torneo in vetta alla classifica, conquistando la promozione in Serie D. Io ho realizzato 6 gol e sono stato notato da alcuni club di categoria superiore, fra i quali il Chievo Verona (club di Serie A, ndr), che mi ha ingaggiato in estate, per poi girarmi in prestito a Lumezzane (Girone A della Prima Divisione). A questo punto, Kamano è costretto a interrompere il suo racconto per presentarsi a mister Ciullo. Ma prima di stringere la mano al tecnico salentino, il 19enne viene abbracciato calorosamente dal suo amico, nonché compagno di reparto, Pollidori. Il professore Gianluca Lamazza, preparatore atletico del Brindisi, descrive Kamano come un interno di centrocampo dal fisico possente (1 metro e 85 centimetri d’altezza per oltre 80 chili di peso), in grado di spaziare lungo tutta la linea mediana.

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