SEL presenta il programma elettorale

28.12.2011 18:39

Ecco il programma elettorale di SEL: 

I Punti essenziali di un programma che avvii un nuovo modello di sviluppo, parte dall’assunto che gli insediamenti di natura industriale ed infrastrutturale, che hanno interessato il territorio brindisino, con ingenti investimenti ad alta intensità di capitale e bassa incidenza di man odopera, lo hanno trasformato via via da una economia prevalentemente agricola ad una industriale agricola con uno sviluppo rilevante del settore terziario. Questi processi, hanno prodotto rilevanti ricadute negative in termini di impatto ambientale (dichiarazione di area ad elevato rischio di crisi ambientale nel 1998) e disoccupazione di ritorno. Si è, poi, registrato, a valle di tutto ciò, un’ inevitabile ricorso a forme di assistenzialismo di massa (CIGS, DS spec ecc..) che hanno minato i sani principi del lavoro, con il ricorso al sommerso ed al lavoro nero, per almeno tre decenni a partire dalla prima crisi industriale tra la fine degli anni ‘70 ed i primi degli anni ‘80 dello scorso secolo.

Obiettivi fondamentali di un nuovo modello di sviluppo, nel segno della discontinuità con il passato, sono la tutela e la promozione del lavoro e della salute, facendo nostro il binomio elaborato da un ampio movimento di associazioni che da anni operano nel nostro territorio, presentato recentemente con l’iniziativa Vertenza Brindisi.

Con i 5 punti, che qui descriviamo in forma sintetica, quale contributo al dibattito interno del circolo territoriale città di brindisi e della federazione territoriale di SEL, ma anche verso quello esterno, si possono cogliere diversi risultati positivi. Dalla creazione di molte migliaia di nuovi posti di lavoro, ad un più elevato e consono livello di qualità della vita dei cittadini brindisi.

Un primo punto riguarda il ridisegno dell’architettura urbanistica della città, attraverso l’attuazione dei contenuti del DPP al PUG, con annessa appendice e della Valutazione Ambientale Strategica e con l’arricchimento di tutte le osservazioni che saranno recepite dall’Ufficio del Piano. Speculare a ciò sarà la revisione della macchina amministrativa comunale, attraverso interventi mirati di aggiornamento e di riqualificazione del personale e degli uffici.

Lo strumento di programmazione urbanistica, il cui merito va riconosciuto alla precedente amministrazione ed in particolare al suo assessore arch. Antonio Bruno ed alla sua equipe, ha giustamente posto in rilievo l’eccesso di produzione energetica da fonti fossili, un porto impiegato quasi esclusivamente per la movimentazione di carbone e gas, l’impatto devastante del nastro trasportatore Enel (e perché no anche di quello del c.d. zuccherificio, in realtà una nuova mini centrale energetica), il blocco della espansione industriale causato dalla perimetrazione del SIN, i vincoli militari, la carente accessibilità del centro storico con i mezzi pubblici, la congestione dei trasporti e degli insediamenti abitativi, le carenze di servizi nei quartieri in particolare di quelli periferici.

La nuova strumentazione urbanistica, sarà uno strumento prezioso per poter individuare e dare risposte risolutive alle grandi criticità, di natura ambientale, dello sviluppo sostenibile e della sicurezza dei cittadini. Si tratta di questioni tuttora irrisolte tra le quali spiccano: il no al rigassificatore, la riduzione di almeno il 25% della quantità di carbone bruciato nelle centrali termoelettriche, il risanamento dell’area SIN con l’utilizzo dei fondi previsti dal Ministero dell’Ambiente e con il concorso della Regione Puglia. Di contro è necessario che si proceda sempre più verso forme di incentivazione delle energie rinnovabili e dell’uso più oculato del fotovoltaico non più, come è avvenuto, in maniera selvaggia e distruttiva delle colture delle nostre campagne, ma collocato sui tetti degli edifici pubblici e privati per utilizzare l’energia del sole. La rete per l’uso razionale dell’energia per lo sviluppo sostenibile (Smart Grid), l’efficientamento energetico degli edifici, l’uso delle auto elettriche (accordo Enel, Regione Puglia), la green mobility, le smart city, il porto verde.

Un NO grande a qualsiasi programma di trivellazioni nel mare per la ricerca di idrocarburi, con la organizzazione di forme di protesta eclatanti da parte delle popolazioni locali per fermare simili programmi che potrebbero causare danni irreversibili all’ecosistema marino e costiero, di un territorio tra i più belli al mondo.

Strettamente correlato al PUG vi è, poi, Il programma di rigenerazione urbana. Un importante strumento normativo voluto dall’assessore Angela Barbanente della Regione Puglia. Si tratta di tredici aree urbane che, partendo dalla città e dal suo lungomare (c.d. waterfront), tocca la costa nord, passando per la riqualificazione dell’area SCIAIA, interessando le periferie e la frazione di Tuturano, si pongono come un’azione di forte contrasto al degrado diffuso di edifici vetusti ed al miglioramento della qualità della vita. Parallelamente si renderà utile una idonea verifica delle allocazioni delle risorse per le attività nel campo dei servizi sociali. In ciò di rilievo sarà la collaborazione fattiva di tutti quei soggetti che operano nel c.d. terzo settore.

Un secondo punto riguarda l’Università, la Ricerca e la Formazione. Tre realtà strategiche per costruire un nuovo modello di sviluppo e costruire nuove opportunità in termini di interventi produttivi innovativi, della ICT, e di creazione di buona occupazione. Nello specifico gli argomenti cardini di questo punto sono: Il consolidamento del sistema universitario brindisino, le due Facoltà, il Dipartimento dell’Università del Salento, i corsi di laurea dell’Università di Bari in Economia, Informatica ed Attività Culturali. La Cittadella della Ricerca, come polo d’eccellenza della ricerca a supporto della innovazione nei processi di produzione e dei prodotti, dell’ambiente, dei distretti ( aerospaziale e della nautica) e del settore agroindustriale. Senza dimenticare il Distretto della Creatività, in via di costituzione, che potrebbe essere il volano di una valorizzazione dei giacimenti dei beni artistici e architettonici disseminati nella nostra città e nel nostro territorio. Per questo è essenziale la formazione di profili professionali corrispondenti ai reali fabbisogni occupazionali, frutto di investimenti pubblici e privati, quale opportunità per alleviare le forte disoccupazione, specie quella giovanile ed intellettuale a cui, per effetto della crisi odierna, si è aggiunta quella degli over 50, espulsi dal mercato del lavoro.

Un terzo punto si rivolge alla logistica e la intermodalità dei trasporti. Un progetto che punti sulla realizzazione dell’interporto di un’area che comprenda tutto il Salento che rinnovi i punti di forza da sempre di questo territorio quali l’aeroporto, il porto con le sue aree retro-portuali, le ferrovie. A tal proposito occorrerà modificare tutte le programmazioni in essere. Da quella del Comune a quella dell’Autorità Portuale, da quella dell’Asi, al programma Puglia Corsara della Regione Puglia che nei fatti, con i finanziamenti recentemente accordati (delibere Cipe 2011, fondi FAS e FERS), ha privilegiato l’asse Bari - Taranto e condannato per lungo tempo il porto di Brindisi ad essere fuori dall’elenco di quelli d’interesse strategico comunitario. In ciò rilevante è stata la responsabilità di tutte le gestioni della locale Autorità Portuale, con l’avvicendamento di Presidenze calate dall’alto, perfino uno straniero, presentate come salviviche delle sorti del porto di Brindisi, estranee agli interessi territoriali e che ove fosse stata affidata ad un manager brindisino, avrebbe avuto certo migliori fortune.

Un quarto punto sostiene il progetto di Brindisi capitale della cultura, con la valorizzazione dei beni storici ed architettonici, la individuazione di itinerari turistico-culturali, il sostegno alle attività teatrali, cinematografiche con il supporto del Teatro pubblico pugliese, della AFC, Apulia Film Commission e dei tanti progetti finanziati dalla Regione Puglia, con i programmi Bollenti Spiriti e Principi Attivi. Supporto di queste attività di nuova imprenditorialità potrebbe essere il Distretto della Creatività insieme con una Fondazione Universitaria in cui raccogliere in rete i corsi universitari già operanti a Brindisi, da ridefinire e ripensare in un’ottica più ampia. L’insediamento di laboratori urbani con il recupero di beni confiscati alle mafie, il coinvolgimento, la valorizzazione ed il sostegno alle associazioni culturali, sportive, sociali e di volontariato.

Infine, come quinto punto una seria ed adeguata regolamentazione del mercato e delle attività commerciali che tutelino, sostengano e valorizzino quello dei piccoli esercenti. Una ricchezza importante per il territorio anche in termini occupazionali, sempre più insidiata dalla rete soffocante dei grandi ipermercati.

Gianni Stasi Responsabile Enti locali Federazione Territoriale SEL Brindisi

Francesco Fistetti Capo Gruppo Consilare SEL Provincia di Brindisi

Commenti

Ceglie, contributi alle associazioni di volontariato
Venerdì 30 amichevole Ostuni - Brindisi