Calcio

Calabro: "Il calcio è emozioni. A gennaio ero ancora sul divano, a chi attende si apre ogni porta"

Le parole di Antonio Calabro a SerieD24.com

20.06.2024 10:34

Fonte: SerieD24.com

“A gennaio ero ancora sul divano in attesa di una chiamata. Ho ricevuto tante proposte, anche di squadre a cinquanta chilometri da casa, ma ho sempre rifiutato. Aspettavo quella giusta. Il calcio per me è emozione pura, vivo di sensazioni e mi piace ascoltare il cuore. Quando la Carrarese mi ha contattato non ci ho pensato due volte, sono salito in macchina e sono partito”.

Il finale di questa storia lo conosciamo tutti, ma raccontare l’impresa della Carrarese come un semplice traguardo sportivo sarebbe riduttivo. La più grande vittoria di questo gruppo, casomai, risiede nell’attesa. “A chi sa attendere il tempo apre ogni porta”.

Lo sanno bene i tifosi azzurri, che ritrovano la serie B dopo oltre settant’anni. Lo stesso discorso vale per il condottiero di questo gruppo, Antonio Calabro, che dell’attesa nell’ultimo anno ne ha fatto una virtù imprescindibile, aspettando il momento e la squadra giusta per tornare in panchina e prendersi la sua personale rivincita.

"Ritorno in serie B dopo 6 anni d’assenza, questa volta però ha un sapore diverso. L’abbiamo conquistata sul campo. La dirigenza del Carpi ai tempi aveva deciso di non confermarmi, nonostante avessimo raggiunto un ottimo piazzamento l’anno prima. Da quel momento in poi la mia missione è stata quello di tornare in questa categoria. Adesso la ritrovo da allenatore più maturo, con un bagaglio di esperienza maggiore. Non sarà una sfida semplice, ma sono pronto.

“Molte persone ci hanno etichettato come la rivelazione del campionato, ma non siamo stati una sorpresa. Se guardiamo il girone di ritorno insieme al Vicenza siamo stati la squadra con la media punti più alta nei tre gironi. Questo è un gruppo fantastico, costruito per arrivare tra le prime tre. Ho cercato di farlo capire ai miei ragazzi fin dal primo giorno. Sicuramente a livello tattico ho apportato delle modifiche, ma la vera svolta è stata a livello mentale.

“Io sono un allenatore che ha sempre lavorato per il bene della società per cui lavorava, non per sé stesso. Oggi tutti elogiano e vanno alla ricerca del cosiddetto ‘bel calcio’, ma non necessariamente questo è sinonimo di risultati. Un allenatore deve essere in grado di far esprimere i giocatori al massimo delle loro potenzialità, anche se questo vuol dire stravolgere i propri dettami tattici. A detta di molti la Carrarese ha giocato il miglior calcio dei playoff. Ho cercato di trasmettere le mie idee ai ragazzi, ma il gioco offensivo espresso in campo deriva dalle qualità tecniche dei singoli che ho a disposizione. Per arrivare a questo tipo di risultati non puoi tralasciare nessun dettaglio”.

“Non saprei nemmeno quantificare i messaggi arrivati dopo la promozione. Sto provando a ringraziare tutti ma ancora devo finire di rispondere. Mi sono emozionato quando ho ricevuto quello di Pantaleo Corvino, il mio maestro. Il direttore mi ha insegnato come muovermi in questo mondo e nei miei successi c’è tanto della sua educazione calcistica"

“È un’emozione completamente diversa. Sto cercando di godermi ogni singolo momento in maniera lucida e razionale. Devo ancora realizzare tutto quello che è successo. Ringrazio la squadra, la società e i tifosi. Nonostante Carrara sia una piazza del Nord ho ritrovato tante analogie con quelle del Sud Italia per il calore e il supporto che ci hanno dato durante la stagione”.

“Noi allenatori facciamo un lavoro davvero strano per certi versi. Ad inizio gennaio ero pensieroso, avevo bisogno di rilanciarmi dopo l’esperienza negativa alla Virtus Francavilla ma non riuscivo a trovare un progetto che rispecchiasse le mie ambizioni. Oggi invece mi ritrovo ad essere tra gli allenatori più apprezzati della categoria, dopo un cammino straordinario in campionato e ai playoff.

“Ancora è presto per parlare di mercato o strategie. Sicuramente la squadra non dovrà disperdere i suoi valori morali. La serie B è un campionato tosto, ci sono regole diverse e probabilmente ci saranno dei cambiamenti a livello di organico, ma non dobbiamo alterare la mentalità di questo gruppo. In questi mesi siamo stati una vera famiglia. Questa è stata la nostra forza più grande.

"Una promessa in caso di salvezza? Di sicuro non posso dire che smetterò di fumare perché ci sto provando già adesso. Preferisco non parlare di promesse. I voti servono quando si aspira a qualcosa di irraggiungibile, mentre noi dobbiamo essere artefici del nostro destino. Io ho sogni a breve termine che voglio raggiungere, mi pongo degli obiettivi quotidiani e se si lavora duramente, nel calcio come nella vita, tutto può accadere.

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