Edipower, Tomaselli chiede un vertice con il Governo

02.02.2012 01:01

Le crescenti preoccupazioni espresse nei giorni scorsi dai lavoratori e dalle organizzazioni sindacali circa il futuro della centrale Edipower sono assolutamente condivisibili a fronte della assoluta indeterminatezza in cui versa da tempo tale sito industriale.

La definitiva soluzione data ai nuovi assetti proprietari dopo la lunga trattativa tra il gruppo francese EDF e i soci italiani di Edison, con cui si è definito il passaggio a totale proprietà italiana di Edipower, si accompagna a voci sempre più ricorrenti di chiusura del sito di Brindisi.

Tale prospettiva viene sostenuta, peraltro, dalle prime indiscrezioni circa i programmi industriali della nuova Edipower, concentrata sulla produzione energetica da fonti rinnovabili e legata agli interessi delle grandi multiutility delle città del Nord.

A conferma di ciò vi è, altresì, la notizia che al 28 febbraio termineranno le forniture di combustibile alla centrale di Brindisi.

Edipower In realtà, la centrale elettrica alimentata a carbone di Brindisi Nord è da anni un impianto obsoleto e abbisognevole di consistenti investimenti per ammodernarne  tecnologia, capacità produttiva e compatibilità ambientale. E da tempo, altresì,  denunciamo proprio la insostenibilità ambientale di una centrale a carbone situata a poche centinaia di metri dal centro abitato di Brindisi.

Appare ancora più ingiustificata oggi la inopinata ed incomprensibile rinuncia nei mesi scorsi, da parte della stessa Edipower, alla riconversione a ciclo combinato dell'impianto, certamente più sostenibile, oltre che sancito nei vari accordi e convenzioni sottoscritti negli anni passati con enti locali e gli stessi Governi nazionali.

La riconversione a ciclo combinato - di cui peraltro si è concluso positivamente il lungo iter per la Valutazione di impatto ambientale - è l'unica alternativa alla chiusura dell'impianto, l'unica soluzione industriale capace di tenere insieme la necessaria salvaguardia dei posti di lavoro, in un territorio già alle prese con una gravissima crisi occupazionale, con l'esigenza di tutela dell'ambiente.

Altre ipotesi, a cominciare dall'idea di trasformazione dell'impianto in termovalorizzatore, che per primi abbiamo denunciato nelle scorse settimane, è del tutto inaccettabile per il territorio.

Per questo, allo scopo di rendere più trasparenti i programmi industriali del gruppo e per garantire prioritariamente la salvaguardia dei circa 300 posti di lavoro sempre più a rischio, ho sollecitato, con una interrogazione urgente al Ministro Passera, la più celere convocazione presso il Ministero dello Sviluppo Economico di un tavolo negoziale tra azienda, organizzazioni sindacali ed enti locali.

Roma, 01.02.2012

                                                          Sen. Salvatore TOMASELLI

                                                          Parlamentare del Partito Democratico

                                                          Componente Commissione Industria del Senato

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