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Questa sera il Barocco Festival approda a Brindisi

30.08.2011 11:11

Ritorna a fare tappa a Brindisi la XIV edizione del Barocco Festival “Leonardo Leo”. Dopo il successo riscosso nel Castello Svevo il direttore artistico Cosimo Prontera ha scelto un’altra importante location: il Museo archeologico provinciale “F. Ribezzo”.  Storia e musica, quindi, sapranno intrecciarsi sapientemente per offrire agli spettatori il risultato sperato anche dagli organizzatori.  Domani, mercoledì 31 agosto, a Brindisi, nel Museo, in piazza Duomo, si esibirà il Trio olandese Kuijken in “La letteratura per flauto traversiere in pieno Barocco”.  Il Trio è composto da Barthold Kuijken, traversiere, Edwld Demeyere, clavicembalo, Ronan Kernoa, violoncello. Barthold Kuijken è ritenuto oggi uno dei musicisti di riferimento del panorama mondiale della musica antica, docente presso i Conservatori di Bruxelles e l’Aja. L’ingresso è libero.  Questo, nel dettaglio, il programma della serata: Georg Friedrich Handel (1685-1759), Sonata in re maggiore HWV 378 per flauto e bc; Antonio Vivaldi (1678-1741), Sonata in Si bem. magg. RV 46 per violoncello e basso continuo; Pietro Locatelli (1695- 1764), Sonata in sol minore op.2 n.6 per flauto e basso continuo; Domenico Scarlatti (1685-1757), Sonata K 208 in La magg., Sonata K 209 in La magg.; Georg Philipp Telemann (1681-1763), Fantasia n° 6 in Re minore TWV 40 7, Fantasia n° 2 in Si minore TWV 40 4; Giovanni Platti (1690-1762), Sonata n° 6 in sol maggiore per flauto e basso continuo. “Il programma di questo concerto – dichiara Giovanni Tasso, responsabile del coordinamento musicologico del Barocco Festival- propone un interessante excursus del repertorio del flauto traversiere comprendente tutti i compositori principali del Barocco – con l’eccezione di Johann Sebastian Bach – e due “ospiti” meno conosciuti ma non per questo meno stimolanti. L’opera più antica in programma è la Sonata in re maggiore di Händel, un gradevole lavoro attribuito fino a qualche tempo fa al «Sr Weisse» (Johann Sigismund Weiss), scritto con ogni probabilità dal compositore sassone nell’ultimo scorcio del suo soggiorno in Italia prima di trasferirsi a Londra. Sotto il profilo stilistico, questo lavoro rientra nel genere della sonata da chiesa, caratterizzata da una doppia alternanza di movimenti lenti e veloci, così come la Sonata in si bemolle maggiore per violoncello e basso continuo RV 46 di Vivaldi, una delle dieci che il Prete Rosso dedicò a uno strumento che fino ad allora aveva faticato a ritagliarsi un ruolo solistico, confinato com’era nell’ambito del basso continuo. Il primo “ospite” cui si faceva riferimento è Pietro Antonio Locatelli, ospite perché conosciuto soprattutto per la sua straordinaria produzione violinistica (i dodici concerti dell’op. 3 “L’arte del violino” sono tuttora considerati tra i massimi monumenti della letteratura violinistica di ogni tempo), ma anche autore delle sonate per flauto e basso continuo op. 2 pubblicate nel 1732, dalle quali proviene la fascinosa Sonata in sol minore”.

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