Omicidio Nania. In manette Carbone e suo figlio
[gallery] I Carabinieri della Compagnia di Francavilla Fontana hanno tratto in arresto Michele Carbone che, nei giorni scorsi, era stato condannato alla pena di 14 anni per l’omicidio di Mario Nania, mentre il figlio Francesco, già recluso, era stato condannato alla pena di 17 anni. Il provvedimento restrittivo, eseguito dai militari dell’Arma, è stato emesso dalla Corte di Assise, che dispone gli arresti domiciliari e si basa sul presupposto della evidente inclinazione alla consumazione di azioni violente da parte del Michele Carbone.
La vicenda: nel pomeriggio del 9 aprile del 2010, i due ingaggiarono una lite finita, a suon di pugni e bastonate, cagionarono la morte del 50enne vicino di casa Mario Nania, colpevole di disturbare il sonno del vicino, coi rumori di una motosega adoperata per la potatura di un uliveto da alcuni braccianti che aveva ingaggiato.
Quel pomeriggio, i Carabinieri della Stazione di Oria e del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Francavilla, in breve tempo, raccolsero tutti gli elementi utili a chiarire la vicenda e giunsero, dopo poche ore, all’arresto di Michele Carbone, mentre il figlio Francesco fuggì facendo perdere le proprie tracce.
Nell’omicidio, volontario secondo la Corte d’Assise, che si consumò intorno alle 14.30 nelle campagne di in contrada Pasquini, tra Oria e Manduria, la pena più pesante è toccata al ventenne Francesco Carbone e non al padre Michele (rimesso in libertà il 2 giugno scorso per decisione del Tribunale del riesame), poiché probabilmente sarebbe stato il giovane a sferrare il colpo mortale. Le pene sono state ridotte rispetto alla richiesta del pm Giuseppe De Nozza: 18 anni per il figlio e 23anni al padre.
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