Calcio

Chiude Ilva Taranto, sciopero e tensione. Occupati gli uffici

27.11.2012 13:01

Dalle 7 è iniziato lo sciopero proclamato da Fim, Fiom e Uilm all'Ilva di Taranto dopo l'annuncio dell'azienda di chiusura dello stabilimento in seguito ai provvedimenti di ieri della magistratura, tra i quali il sequestro dei prodotti finiti e semilavorati con divieto di commercializzarli. Lo sciopero durerà almeno 24 ore. Dinanzi alle portinerie sono in atto sit-in di lavoratori, mentre qualche momento di tensione si è registrato tra chi voleva entrare e chi invece invitava a scioperare. Ieri l'azienda ha anche comunicato la chiusura dell'area a freddo, facendo rimanere a casa i lavoratori di quell'area. E dopo la proclamazione dello sciopero gli uffici della direzionedell'Ilva di Taranto sono stati occupati da alcune centinaia di operai. Gli operai, dopo aver organizzato un corteo interno al quale hanno partecipato sia quelli impiegati nell'area a caldo sia quelli dell'area a freddo, hanno occupato di fatto tutta la palazzina che ospita la direzione dello stabilimento e ora stanno decidendo come proseguire la protesta. "Non hanno voluto trovare una soluzione, governo e azienda continuano ad usarci - dicono alcuni di loro - e a rimetterci siamo soltanto noi e questa città. Così non può continuare." Al momento gli operai non sembrerebbero intenzionati a mettere in atto blocchi stradali, anche se attendono l'esito dell'incontro con i vertici dell'azienda. "Cosa accadrà? Non lo sa nessuno - dicono - qui si naviga a vista". Dopo aver occupato la direzione dello stabilimento Ilva di Taranto,gli operai hanno convinto anche gli impiegati dell'Ufficio personale a lasciare gli uffici. Una delegazione di una decina di persone è poi riuscita a salire al primo piano della palazzina per parlare con il direttore dello stabilimento. I cancelli sono aperti e non c'é alcun controllo. Continuano i presidi nei pressi di alcune portinerie. Lo sciopero è stato proclamato da Fim Fiom e Uilm, ma non ci sono bandiere sindacali. Domani si terrà il consiglio di amministrazione dell'Ilva ed é confermato, sempre per domani, l'incontro tra azienda e sindacati, già programmato per discutere della cassa integrazione annunciata per 1.942 dipendenti, prima della nuova bufera giudiziaria. Per giovedì è fissato un incontro tra governo, sindacati ed enti locali a Palazzo Chigi. "Quello di giovedì non sarà un incontro interlocutorio. Contiamo di uscire con un provvedimento, lavoriamo a un decreto per l'applicazione dell'Aia". Così il ministro dell'Ambiente Clini sull'Ilva. "Stiamo lavorando con Monti e i ministri ad una soluzione per l'applicazione dell'Aia, unica strada per il risanamento". Clini ha aggiunto che "le normative nazionali ed europee stabiliscono che per l'esercizio di questo tipo di impianti è necessaria l'Aia che è l'unico documento legale che ne regola l'attività. Il problema, oggi, é creare le condizioni di agibilità per cui l'azienda possa rispettarla rigorosamente". "Io e il Governo andiamo avanti - ha aggiunto - per impedire che si crei situazione per cui non si rispetti la legge e per coniugare lavoro e salute". Stamani alcune centinaia di operai dell' area dello stabilimento tarantino dell'Ilva hanno tentato di accedere al loro posto di lavoro, nonostante l'annuncio della fermata dell'area a freddo, ma non è stato loro possibile, giacché i badge per gli ingressi sono disattivati sin da ieri sera.

OPERAI CONTESTANO SINDACATI: "CI AVETE SVENDUTO PER UN PANINO E UNA BOTTIGLIA D'ACQUA" - I rappresentanti sindacali di Fim Cisl, Uilm e Fiom dell'Ilva sono stati contestati da un gruppo di operai al termine dell'incontro avuto con i rappresentanti dell'azienda. "Ti ha dato il panino il padrone - hanno urlato un gruppetto di lavoratori appena i rappresentanti sindacali sono scesi nel cortile della direzione per riferire ai circa mille operai presenti i risultati dell'incontro - ci avete svenduto per un panino e una bottiglia d'acqua". "Una decisione giusta per noi - hanno proseguito i contestatori urlando "venduti" e chiedendo le dimissioni - non l'avete presa. Avete lavorato solo per l'azienda e noi qui a farci il culo". I rappresentanti dei sindacati sono poi riusciti a spiegare l'esito dell'incontro in un'assemblea all'aperto caratterizzata da una tensione costante.

CANCELLIERI, RISCHIO PROBLEMI ORDINE PUBBLICO - Il ministro degli interni Anna Maria Cancellieri ritiene che ci sia "un rischio notevole" di problemi per l'ordine pubblico in seguito alla chiusura dell'impianto a freddo da parte dell'Ilva e la messa in libertà di 5000 lavoratori. "Il rischio c'é - ha detto a margine di un convegno - ed è anche notevole". "La situazione è molto preoccupante - ha detto Cancellieri - perché i posti di lavoro messi in discussione sono tantissimi, non sono solo quelli di Taranto ma riguarda anche l'indotto". Cancellieri ha sottolineato, a proposito dell'incontro di giovedì annunciato dal governo, che la "competenza è dei colleghi. Ho fiducia - ha detto - e spero che vada tutto bene. Teniamo i nervi saldi".

ASSENNATO, MAI SUBITO PRESSIONI DA VENDOLA - "Non ho mai subito alcuna pressione da parte di Nichi Vendola o di uomini del suo staff". Lo dice in un'intervista esclusiva a VanityFair.it. Giorgio Assennato, direttore dell'Arpa Puglia, in relazione ad quanto emerso dagli atti giudiziari in base ai quali ieri sono state arrestate sette persone nelle inchieste Ilva. Nell'ordinanza di circa 500 pagine del gip Patrizia Todisco si rivolge un'accusa pesantissima al presidente della Regione Puglia, che non è indagato, chiamando in causa anche funzionari e assessori, come l'ex capo di gabinetto di Vendola, avv.Francesco Manna, e l'assessore e compagno di partito del presidente, Nicola Fratoianni, incaricati di "frantumare" Assennato. Obiettivo del'azienda è mandare via il direttore generale dell'Arpa, Giorgio Assennato, colpevole di aver prodotto una relazione nel giugno 2010 in cui si affermava la necessità di ridurre la produzione dello stabilimento di Taranto per ridurre le emissioni inquinanti. Vendola ieri sera, in un'intervista esclusiva all'emittente pugliese Telenorba, ha detto di non aver mai fatto pressioni sul direttore dell'Arpa Puglia e chiamando in causa lo stesso Assennato. "Assennato può raccontare - ha detto Vendola - se ha mai subito o pressioni o tirate d'orecchie da parte mia". Assennato ieri non ha replicato e per oggi ha convocato una conferenza stampa. "Non ho mai ricevuto pressioni dalla Regione", risponde intanto sul sito di Vanity Fair. "Abbiamo soltanto avuto alcune discussioni, peraltro fisiologiche in un rapporto tra un organo tecnico come il nostro e una struttura politica". Avete mai ingaggiato duri confronti con la Regione? "Soltanto uno - risponde Assennato - sull'uso del fotovoltaico in ambito rurale. E la spuntammo". E in merito alla vicenda Ilva? "Non abbiamo mai avuto conflitti. La Regione ha tenuto sempre conto del nostro lavoro tecnico nella formulazione di tutte le sue leggi sulle emissioni di diossina, di benzoapirene e sulla valutazione del danno sanitario. Leggi molto innovative, non certo tenere con l'Ilva".

GENOVA; BURLANDO, SOLIDARIETA' A VENDOLA - "Il dovere di un presidente di Regione è avere rapporti con un'azienda che sta chiudendo, anche se i vertici di quella azienda sono indagati. Per questo motivo esprimo tutta la mia solidarietà al presidente della Puglia Vendola": lo ha detto il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando nella seduta congiunta dei Consigli di Regione e Comune in corso a Genova. "Oggi irrompe anche il dramma dei lavoratori Ilva. Non è giusto che il prezzo di questa vicenda lo debbano pagare 20 mila famiglie".

NAPOLITANO, SITUAZIONE COMPLICATA - "La situazione è troppo complicata per mandare messaggi". Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, risponde ai cronisti che, a margine dell'inaugurazione di Villa Altieri, gli chiedono un commento sul caso Ilva. Il Capo dello Stato accompagna le parole con un eloquente gesto della mano per sottolineare la delicatezza del momento.

CANCELLIERI, CLIMA DELICATO, C'E' AMPIA PREOCCUPAZIONE - "C'é un clima molto delicato. Speriamo che la situazione si evolva in senso positivo. C'é motivo di ampia preoccupazione": così il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri ha risposto a chi gli chiedeva se il governo è preoccupato per la situazione che si è creata a Taranto dopo la decisione dell'Ilva di chiudere l'impianto a freddo e di mettere in libertà cinquemila lavoratori.

SEVERINO, IMPORTANTE ADEGUAMENTO AMBIENTALE - "Quello dell'Ilva è un caso estremamente difficile e complesso, bisogna coniugare diritto al lavoro e diritto alla salute" ma in Italia "l'adeguamento alle normative ambientali è assolutamente da fare". Lo ha detto il ministro della Giustizia Paola Severino a margine di un convegno. GENOVA: LAVORATORI BLOCCANO USCITA AUTOSTRADA - Il corteo dei lavoratori dell'Ilva di Genova, che da stamani manifestano contro l'ipotesi di chiusura dello stabilimento, ha bloccato il casello di Genova Ovest. Bloccate anche le rampe di accesso dai lavoratori e dai mezzi pesanti in corteo. Circa 1.500 metalmeccanici dello stabilimento Ilva di Genova, dopo una breve assemblea, sono infatti usciti dallo stabilimento in corteo per dirigersi verso l'aeroporto di Genova. Con loro anche i cassa integrati dello stabilimento metallurgico.

CONFINDUSTRIA GENOVA, BADGE DISABILITATI PER SICUREZZA - All'Ilva di Taranto i badge dei cinquemila dipendenti sono stati disabilitati per motivi di sicurezza. Lo ha rilevato il presidente di Confindustria Genova, Giovanni Calvini in una dichiarazione. "Le decisioni dei pm hanno costretto l'ILVA a bloccare da subito gli impianti a freddo dello stabilimento di Taranto, fatto che ha determinato la messa in ferie di 5000 dipendenti, ai quali, per motivi di sicurezza, sono stati disattivati i badge di ingresso". "Inevitabilmente - ha sottolineato Calvini - la decisione di bloccare vendita e produzione causerà non solo il blocco dello stabilimento di Genova, ma di innumerevoli altre aziende che senza le forniture dell'ILVA non possono produrre". "Dispiace che mentre l'azienda stava cercando di dare attuazione all'AIA, chiedendo il dissequestro degli impianti, necessario per poter implementare il piano industriale, la magistratura abbia preso una decisione così drastica - ha aggiunto il presidente di Confindustria Genova -. Si tratta di uno scenario drammatico che richiede interventi urgenti e straordinari ai massimi livelli istituzionali per ripristinare immediatamente l'operatività degli impianti.

FONTE: ANSA.IT

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