Brindisi senza calcio: fuori si chiedono 'perchè'. Ma in città sembra tutto normale
Il tempo passa e di novità neppure l'ombra. Se non si muoverà qualcosa nelle prossime settimane, Brindisi rischierà seriamente di restare ancora senza calcio. Ha dell'incredibile il silenzio che regna attorno al pallone brindisino. FUORI BRINDISI SI CHIEDONO 'PERCHE'' - Solo chi frequenta gli ambienti calcistici nazionali può capire quanto gli addetti ai lavori, da dirigenti a procuratori, siano increduli del fatto che un capoluogo di provincia italiano non abbia uno o più imprenditori disposti ad investire nel calcio. Basta chiedere ai pugliesi che hanno frequentato a gennaio l'Ata Hotel di Milano (sede nazionale del calciomercato) per capire come in molti ponessero questa domanda: "possibile che Brindisi non abbia una società?". FERMI UN SOLO GIRO? - Il problema non è la pausa di una stagione, ma il fatto che, nel frattempo, non si sia mosso nulla. E non cerchiamo come alibi la solita storia dei 'tifosi difficili', perchè, altrimenti il calcio sarebbe scomparso in tutte le piazze italiane. E non vale neppure il fatto dello scandalo (grave, ci mancherebbe) che ha investito la SSD CALCIO CITTA' DI BRINDISI, perchè le altre città coinvolte nell'inchiesta sono andate avanti, con la stessa società condannata o con una nuova, e quasi tutte si sono viste diminuire, o addirittura annullare, le varie penalizzazioni. L'impressione è che il 'dirty soccer' sia stata la migliore scusa possibile per far sparire definitivamente il calcio a Brindisi nel segno di quel ridicolo 'io lo sapevo' o 'lo avevo detto io'. Un'inchiesta capitata come il 'cacio sui maccheroni' su una situazione che sarebbe degenerata lo stesso in estate. NESSUNO VUOLE MUOVERSI - A parte le varie 'bufale' che si sono raccontate nei bar in questi mesi, circa la costituzione di un nuovo sodalizio, nelle scorse settimane due imprenditori campani hanno chiesto, in momenti diversi, informazioni per far ripartire il calcio brindisino. Persone che sono nel calcio da anni. E pure a buoni livelli. Ma qualcosa deve averli bloccati. Probabilmente proprio l'indifferenza verso questo sport. Parliamoci chiaramente: senza il sostegno della classe politica, calcio non se ne può fare. E non solo per la stucchevole continua rishiesta di sponsor. Ma basta vedere il 'Fanuzzi' che sta cadendo a pezzi per capire. Ormai l'impianto di via Benedetto Brin è ridotto quasi in macerie, aperto a chiunque ne faccia domanda. Se volete giocare a bocce nello stadio, fate domanda. Vi sarà accolta. E, forse, non è un caso che tutti i presidenti che si sono succeduti in questi anni, brave o cattive persone che fossero, abbiano mollato, anzi, siano scappati. Segnale evidente che c'è qualcosa attorno alla 'V' che non funziona. Chi ha provato a sostenere il calcio in questi anni ha sempre avuto qualche problema. Basta chiedere alla famiglia Barretta per avere conferma. Esposti anonimi, attacchi, continui tentativi di infangare non la società, ma 'il calcio', ritenuto solo qui uno sport per inetti o cafoni. E conoscono bene questa situazione anche i giornalisti 'calciofili' ai quali è stato 'chiesto' più volte di evitare di fare appelli a politici o imprenditori. La cosa incredibile è che fuori regione si pongano la famosa domanda ("possibile che Brindisi non abbia una società?") mentre a Brindisi sembra tutto normale. Un bambino di quattro anni che ti chiede: 'perchè non c'è più la squadra di calcio del Brindisi', e la difficoltà che abbiamo provato tutti nel dargli una risposta, è la migliore sintesi di questa assurda situazione.
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