Brindisi, Ciullo: 'Sarebbe bello tornare a giocare ma...'
In un momento storico drammatico per la nostra nazione, alle prese con una pandemia che continua ad imperversare e mietere ogni giorno centinaia di vittime, parlare di Calcio giocato appare, allo stato, un irresponsabile azzardo oltre che una circostanza decisamente fuori luogo.
La Redazione di TuttoSerieD, ha ritenuto opportuno dare voce ad alcuni protagonisti legati al vasto e variegato mondo della Quarta Serie. Un modo, questo, per conoscerne il relativo pensiero rispetto alle tematiche più attuali, delicate ed importanti che riguardino da vicino il sistema Calcio dilettantistico.
Ad intervenire in Esclusiva microfonidi tuttoseried.com, il tecnico del Brindisi, Salvatore Ciullo.
L'Allenatore salentino, tornato sulla panchina biancazzurra circa cinque mesi addietro, a distanza di quasi sei anni dalla precedente esperienza all'ombra del "Franco Fanuzzi", ha gentilmente concesso alla nostra Redazione la seguente intervista.
Mister, innanzitutto le chiedo come stia vivendo questo momento così drammatico e particolare che sta attraversando tutto il Paese. Ognuno di noi ha stravolto la propria quotidianità, le proprie abitudini, in una nazione messa letteralmente in ginocchio da un virus che ha già mietuto oltre 18mila vittime lungo lo stivale e altre decine di migliaia nel mondo. Quali pensieri l'accompagnano in un momento storico così particolare e triste per l'Italia intera?
E' un momento decisamente delicato, nel quale sto alternando un sentimento di grande preoccupazione, ad un altro di immensa speranza. Ascoltando le notizie che di continuo ci arrivino da ogni parte del mondo, non possiamo non vivere con un minimo di angoscia la nostra quotidianità. Ogni abitudine è stata totalmente stravolta, ma dobbiamo necessariamente sperare tutti che questo bruttissimo periodo passi al più presto possibile.
Riguardo alla Stagione calcistica, continuano a susseguirsi pareri molto discordanti tra loro. Alcuni addetti ai lavori sono fermamente convinti che quest'annata sia definitivamente conclusa, altri sperano si possa in qualche modo portare a termine ed altri ancora, che pensano che completarla regolarmente sul campo sia l'unica strada percorribile. Qual'è il suo pensiero a riguardo? Lei crede che sia ancora plausibile attendere di ritornare in campo? O pensa anche lei che non ci siano più i presupposti tecnici, fisici ed atletici per una ripresa?
Partiamo dal presupposto che la volontà di tutti gli addetti ai lavori sia quella di riprendere quanto prima l'attività agonistica. Faccio fatica a pensare che qualcuno voglia qualcosa di diverso da questo. Il Calcio è il nostro mestiere, la nostra passione, quindi a prescindere da un possibile calo della freschezza atletica dei Calciatori, credo di poter dire che resti ben salda in tutti noi la speranza di poter ripartire nel più breve tempo possibile. Io per primo non vedo l'ora di tornare sul campo di allenamento, perché la mancanza di ciò che per noi rappresentava una normale quotidianità, comincia a farsi sentire in maniera importante. Credo che ancora ci siano le tempistiche opportune per pensare di poter completare il Campionato regolarmente. E' ovvio però, che una ripresa dell'attività agonistica presupponga la sussistenza di tutte le condizioni perché ciò avvenga, senza che nessun addetto ai lavori possa compromettere la propria salute. Questo aspetto è alla base di ogni programma e considerazione. Chiederci di tornare ad allenarci e a giocare, non può prescindere da determinate garanzie dal punto di vista sanitario. A giudicare da quanto dichiarato da alcuni medici, virologi e specialisti di malattie infettive, credo che una ripresa sia ancora molto lontana, francamente. Forse risulterò alquanto pessimista, ma la mia sensazione è che dovremo attendere ancora a lungo prima di tornare alla normalità, calcisticamente parlando. Prendo in considerazione, non solo le restanti otto gare ufficiali, ma anche tutto quello che caratterizza l'attività di una squadra di Calcio. Dagli allenamenti di gruppo, ai ritiri, alle trasferte, passando per le sedute tecnico-tattiche, fino ad arrivare a tutte quelle situazioni che potrebbero potenzialmente comportare dei rischi per ognuno di noi. Allo stato attuale, non penso ci siano i presupposti per ipotizzare una ripresa in tempi brevi, anche perché, ogni genere di preventivo controllo, analisi e precauzione, comporterebbe delle spese ingenti che la maggior parte delle società di Serie D non si potrebbe permettere. Anche per questo aumentano i miei dubbi rispetto ad una pronta ripresa. Naturalmente, spero di essere smentito dalla realtà dei fatti. Ciò significherebbe prima di tutto aver sconfitto totalmente questo brutto virus e, al tempo stesso, comporterebbe una grande gioia, perché potremmo riprendere a fare ciò che amiamo più di tutto. Se invece ci fosse anche solo il minimo rischio per la nostra salute, sarei totalmente contrario ad una ripresa "forzata" e preferirei, seppur a malincuore, che la Stagione terminasse così, in via definitiva.
Appare purtroppo scontato che, a seguito della pandemia in atto che ha messo in ginocchio il Paese e l'intera economia nazionale, anche il Calcio, specie quello dilettantistico, andrà incontro ad una grave crisi economica. Nelle ultime settimane si è riscontrato una paura diffusa nel 90% degli atleti dilettanti, la paura di non percepire lo stipendio chissà fino a quando, unito all'ulteriore timore che molte Società scompaiano del tutto a causa dell'abbandono di quei Presidenti, che dovranno salvaguardare prima di tutto i propri interessi lavorativi e le rispettive aziende. È una preoccupazione legittima a suo avviso? Esiste questo rischio concreto, oppure No?
Sono tornato ad allenare in Serie D dopo quasi sei anni, e in questo senso, ho riscontrato in generale situazioni ancor più problematiche rispetto al passato. Capisco assolutamente tutti quei ragazzi che in varie parti d'Italia stiano lanciando un grido d'allarme, portando alla luce situazioni così drammatiche e assurde, che faccio persino fatica a parlarne. Ci sono società in difficoltà economiche paurose già da prima che iniziasse questa pandemia. E oggi, quelle stesse realtà, stanno in un certo senso approfittando di questo stop forzato, per sottrarsi ulteriormente ai propri doveri. E' difficile in questo momento parlare di futuro. Ci sono troppe incertezze, a livello economico, sanitario ed organizzativo. Credo che effettivamente sia possibile che alcuni Presidenti smettano di investire nel Calcio per catalizzare ogni energia verso le rispettive aziende e i propri interessi lavorativi. Però a questa ipotesi non voglio neppure pensare. Spero con tutto me stesso che si torni alla piena normalità e che, con l'aiuto dello Stato e del governo del Calcio, si riesca a salvaguardare un movimento vastissimo che per poter andare avanti ha bisogno di sostegno concreto ed immediato.
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