Pizzolato: "Brindisi casa mia, voglio vederla in C".
Ci sono giocatori che hanno giocato per il Brindisi, altri che invece hanno cucito sul proprio cuore la “V” dei biancazzurri. In tanti appartengono alla prima categoria, in pochi alla seconda. Uno di questi è Giorgio Pizzolato, portiere del Brindisi per ben 4 stagioni: 14/15; 18/19; 19/20 e 20/21. Lui ha lasciato un ricordo indelebile nei brindisini. Intere generazioni di tifosi ricordano le sue parate di fronte la curva sud, con la leadership dei veri campioni e quei capelli lunghi che volavano insieme a lui. Un rapporto viscerale. Rapporto che lo stesso portiere sente forte tutt’ora, tanto da seguire ancora l’andamento della squadra, tifandola e sentendosi ancora brindisino. Per questo Brindisi Magazine ha deciso di intervistarlo.
Cosa pensa del Brindisi e della situazione che vive in questo momento essendo a 3 punti dalla capolista Cavese che è anche la prossima avversaria?
“In primis penso che quella di domenica sarà una partita secca, una sorta di finale. In queste situazioni posso assicurare che giocare col Fanuzzi pieno aiuta tantissimo la squadra, ma al contempo mette in difficoltà gli avversari. Non mi sbilancio per superstizione ma sarei un bugiardo se non dicessi che spero in una vittoria del Brindisi domenica. La rosa è di primissimo livello ed è allenata da un grande allenatore come Danucci, che io ho avuto la fortuna di avere come capitano in una delle mie stagioni al Brindisi. La squadra è stata bravissima a prendere posizione quando era stato esonerato Ciro, quello è stato il punto di svolta della stagione. Faccio i miei complimenti al presidente Daniele Arigliano, sia per i progressi fatti in merito alla visione societaria del club che per come è riuscito a riavvicinare i brindisini al Brindisi”.
Lei di partite importanti ne ha giocate tante in carriera, tra cui la finale che riportò il Brindisi in Serie D nella stagione 18/19. Come si vivono determinate gare dal punto di vista di chi deve scendere in campo?
“Bisogna avere consapevolezza dei propri mezzi e studiare a dovere l’avversario. Durante il corso della gara bisogna avere freddezza. Credetemi dopodiché viene tutto da sé: giocare in casa, con lo stadio stracolmo di tifosi brindisini storicamente tra i più caldi della puglia ti avvantaggia e non poco. Anche gli arbitri possono essere in qualche modo condizionati dall’ambiente circostante. Non bisogna sbagliare, l’occasione per far male poi si trova”.
Lei è rimasto nel cuore dei brindisini. I brindisini sono rimasti nel suo?
“Assolutamente sì. Non mento quando dico che Brindisi è la mia seconda casa. Ho amato e continuo ad amare quella città e quei colori, che porterò sempre dentro di me. La passione per il calcio in città è viscerale, si merita di ritornare nei professionisti. Mi auguro di vedere il Brindisi in C il più presto possibile”.
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