Sequestrato impianto fotovoltaico a Mesagne
I carabinieri del nucleo operativo ecologico di Lecce, a Mesagne, in contrada “calce”, a parziale conclusione di indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Brindisi, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal gip del tribunale di Brindisi, relativo ad un’area di circa cinquantamila metri quadrati, sulla quale era stato realizzato un impianto fotovoltaico, della potenza nominale di circa un megawatt, in assenza delle prescritte autorizzazioni ed a seguito di lottizzazione abusiva. Le articolate indagini svolte dai militari del NOE hanno consentito di appurare che l'impianto in questione era stato realizzato nonostante il permesso di costruire - richiesto dalla società titolare al comune di Mesagne - non fosse mai stato rilasciato; sono in corso ulteriori accertamenti da parte del NOE in relazione alla documentazione inoltrata al Comune da parte della società ed in particolare in relazione alle foto del sito su cui la società chiedeva di realizzare l'impianto; secondo il NOE, che ha effettuato una serie di sopralluoghi con personale dell'ufficio tecnico comunale, le foto scattate dal personale della società non rappresentavano la reale situazione dei luoghi in quanto se ciò fosse stato fatto si sarebbe immediatamente visto che l'impianto era già stato realizzato, prima ancora del perfezionamento dell'iter amministrativo autorizzatorio; da qui la necessità di fare foto da angolazioni differenti con degli accorgimenti che avevano come finalità quella di nascondere l'impianto esistente; il trucco, tuttavia, non è servito ad ingannare i carabinieri del NOE. In conseguenza di queste verifiche il comune di Mesagne ha emesso un'ordinanza di demolizione dell'impianto abusivo ed è partita anche una segnalazione del NOE al gestore dei servizi energetici di Roma il quale ha immediatamente sospeso le erogazioni riguardanti la produzione di energia dell'impianto sequestrato che, già funzionante dal 2009, era connesso alla rete.
Allo stato attuale delle indagini sono due le persone indagate dalla Procura della Repubblica di Brindisi, il proprietario del terreno, e l'amministratore unico della società realizzatrice dell’impianto, ritenute responsabili di aver, in concorso tra loro, realizzato una trasformazione urbanistica ed edilizia in violazione degli strumenti urbanistici vigenti, attraverso il frazionamento di una particella catastale in due lotti, costruendo su uno di essi un impianto fotovoltaico non autorizzato. Non si esclude che il prosieguo delle indagini possa far emergere ulteriori responsabilità penali. Il valore complessivo dei beni sottoposti a sequestro è pari a circa cinque milioni di euro.
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