Happy Casa in salsa Perkins. I due USA possono essere l'ago della bilancia.
Contro la bestia nera Cremona, Brindisi ha vinto soffrendo, mostrando ancora una volta momenti di "onnipotenza" nei quali sembra entrare di tutto e momenti di totale confusione. Segnali positivi, ma anche tante cose da migliorare.
Quel che è più importante è che siano arrivati i due punti, soprattutto perché è in arrivo una cinquina di partite molto impegnative, dove si affronteranno, fra le altre, Virtus Bologna e Olimpia Milano.
EMERGENZA
Partiamo col dire che le assenze sicuramente non stanno aiutando i biancoazzurri a limitare i "blackout" ai quali ci stiamo abituando. Nell'ultima settimana è stato sorprendente vedere che, con la stessa emergenza, Brindisi era riuscita a fare più di 100 punti alla Fortitudo e a giocare una partita molto incolore contro Cluj, sconfitta pesante in ottica qualificazione.
Adesso si aggiungerà l'assenza di Lucio Redivo, per il quale si prospetta uno stop che verosimilmente sarà di almeno un mese. Piccoli passi avanti per Wes Clark, al quale serve ancora tempo poiché il rientro è diventato quasi forzato.
IL PERKINS "GRANDE"
Dopo un mese di stagione appare evidente la centralità (letterale e non solo di ruolo) di Nick Perkins, unica conferma del quintetto di Brindisi e vero faro del pitturato. Il gigante del Michigan ha fatto enormi passi avanti in termini di continuità, se pur possa ancora migliorare parecchio, soprattutto al livello di letture sia in attacco che in difesa, specie nelle situazioni di pick and roll. Oltre alle importanti medie di 17 punti e 9 rimbalzi per partita è semplicemente l'unico uomo in grado di costruire da solo gioco interno, punto che al momento non trova altri interpreti offensivamente parlando (a parte, saltuariamente, Nathan Adrian).
L'importanza è resa ancor più decisiva dallo scarso rendimento offerto finora da Myles Carter, nemmeno l'ombra del giocatore energico che ci si sarebbe aspettati. Timidi passi avanti si sono visti contro Cremona, ma nei momenti che contano Vitucci continua a preferirgli un (ben) adattato Mattia Udom.
A maggior ragione speriamo anche che Nick riesca a controllare il suo carattere sanguigno, che contro Cremona gli è costato un'espulsione e una conseguente squalifica (speriamo di una sola giornata). Perderlo per più di una partita sarebbe un problema serio.
IL PERKINS "PICCOLO"
Riteniamo che il punto fondamentale nel prossimo mese (che dirà tanto sul resto della stagione) sarà trovare la continuità di Josh Perkins: quando lui va la squadra vince, in un modo o nell'altro.
E', senza troppi dubbi, il giocatore più talentuoso del roster biancoazzurro, e lo dimostra di partita in partita quando è in grado di inventare canestri fuori ritmo con singolare semplicità, tanto dal palleggio quanto in penetrazione. Non gli manca niente per essere il famoso "go to guy" che finora non è stato individuato in nessuno.
Quello che stona, a parte le palle perse che sono ancora troppe, è il perché questa sua capacità si inneschi a intermittenza. Nessuno, naturalmente, si aspetta (né si augura) che tiri per tutti e 30 i minuti in cui è in campo, ma che piuttosto sia il primo a prendersi le responsabilità proprio quando la palla scotta di più.
"Lo ha fatto contro il Cluj..." potrebbe dire qualcuno; e "ci ha fatto perdere" potrebbe aggiungere qualcun altro. Hanno tutti ragione, ma quello rientra ovviamente nella lettura delle situazioni, nel quale ancora non eccelle, ed è al momento il suo più grande limite.
Contro il Cluj infatti c'era il tempo per trovare dei punti più comodi e giocarsi tutto nelle ultime azioni della partita, e invece ha preferito la tripla dal logo della Champions, chiudendola di fatto anticipatamente a favore degli avversari. Succede, entrerà tutto nel bagaglio dell'esperienza, ma per farlo si dovrà necessariamente passare da questi errori.
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