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Al "Verdi" il debutto da regista di Michele Placido

02.04.2012 14:31

C’è il debutto alla regia teatrale di Michele Placido tra gli elementi di interesse dello spettacolo «Così è (se vi pare)» di Luigi Pirandello che la compagnia L’isola trovata presenta al Nuovo Teatro Verdi di Brindisi martedì 3 e mercoledì 4 aprile, alle 20.30 (info botteghino 0831.56.25.54), per la Stagione 2011-2012 diretta da Italo Nunziata.

«Pirandello - spiega l’artista foggiano - rappresenta un punto d’arrivo. E questo testo è uno dei più difficili e affascinanti del grande poeta e scrittore. Nella storia troviamo ricorrenti i temi della pazzia e del mistero, l’ombra del manicomio, problemi familiari importanti che vedono il genero intrattenere rapporti incestuosi con la suocera. Ma, poi, arriva il colpo di scena, con un approccio molto cinematografico. E chissà che dopo questa lettura teatrale non ne nasca un film».

Sono tre i protagonisti dei quattordici personaggi, e vengono interpretati da Giuliana Lojodice, Luciano Virgilio e dall’altro pugliese doc della compagnia, il barese Pino Micol. Con loro, Di Clemente, Vittorio Ciorcalo, Paolo Sambo, Manuela Muni, Marta Nuti, Marco Trebian, Erika D’Ambrosio, Franco Mirabella, Mariangela Tavassi e Nino Bellomo. I costumi sono stati realizzati da Sabrina Chiocchio, le scene da Carmelo Giammello, mentre le musiche le firma Davide Cavuti.

«Così è (se vi pare)» mette in scena l’argomento della verità, cercata concitatamente - ma invano - da tutti i personaggi. E invano affermata e contraddetta  in un intrecciarsi di ipotesi  senza sbocco, tale da condurre lo spettatore  a considerarne la relatività. In sostanza, «Così è (se vi pare)» è una satira  filosofica. E quanto più è evidente la differenza tra il salottiero rovello per sapere le vicende degli altri e il desiderio di verità insito in ogni uomo, tanto più, per contrasto, risulta efficace la tesi che Pirandello vuol dimostrare. Tutto un paese si affanna per sapere quale sia la verità intorno allo strano comportamento della famiglia Ponza. E la curiosità nasce dal fatto che la sedicente madre della signora Ponza, la signora Frola, non vive con la figlia e il marito, anzi non entra neanche in casa loro. Ma Pirandello fa convergere l’attenzione non sullo svolgimento del fatto, bensì sul fluttuare, rimutarsi e smarrirsi del giudizio degli uomini attorno ad esso. Perché, appare già chiaro in apertura di commedia, che non c’è spazio per il pettegolezzo quando Lamberto Laudisi esordisce dicendo: «Io sono realmente come mi vede lei, ma ciò non toglie, cara signora mia, che io non sia anche realmente come mi vede suo marito, mia sorella, mia nipote e la signora qua».

Sviluppando la tesi che, a qualunque livello, qualunque verità risulta contraddittoria e non conoscibile, Pirandello rappresenta il gretto ambiente della provincia, la sua morbosa curiosità, il malsano desiderio di conoscere i fatti altrui. E a una parabola in prosa contrappone, per pietà  nei confronti dei drammi della follia e della solitudine, un’evidente intenzione umoristica, che raggiunge il suo effetto con estrema naturalezza. Così, l’attenzione degli spettatori viene spostata sull’esitazione degli uomini quando c’è da afferrare l’essenza dei fatti, mostrando la loro incapacità a cogliere con mano ferma la sostanza delle cose.

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