Calcio

Domani processo per i 29 disoccupati

18.06.2012 13:27

Il Giudice delle udienze preliminari del Tribunale di Brindisi, dottoressa Tea Verderosa , deciderà nella udienza di Martedì 19 Giugno se rinviare a giudizio o meno 29 disoccupati colpevoli secondo le accuse di aver bloccato l’ingresso della Monteco l’1 ed il 2 Marzo dello scorso anno. Il 3 Aprile scorso ci fu una udienza lampo con un rinvio a causa di un difetto di notifica al 19 Giugno, ma  quei pochi minuti furono comunque utili alla Monteco a chiedere  ai disoccupati 50.000 euro di danni per quelle manifestazioni. Intanto arriva un decreto penale di condanna di 100 Euro per 36 disoccupati, colpevoli di aver occupato simbolicamente il salone di rappresentanza del Comune di Brindisi. Tornando indietro nel tempo di almeno 40 anni non era mai avvenuto uno sgombero con ingenti forze di polizia  di quel salone di rappresentanza ,occupato dalle più svariate forme di protesta. Una breve cronistoria: il blocco dell’1  e del 2 Marzo nasce spontaneamente ma le proteste in città avvenivano a partire dal Novembre 2010 quando  la Monteco invia oltre 30 lavoratori a Brindisi. Nei giorni appresso al blocco dei cancelli il Comitato dei disoccupati  chiede un incontro con l’allora Assessore al Mercato del Lavoro, Enzo Ecclesie, chiedendo  la presenza della Monteco e del Comune di Brindisi. In questa riunione in cui è presente il Comune di Brindisi ma non la Monteco sale a galla la verità: questi lavoratori arrivati a Brindisi in gran numero non provenivano da situazioni di crisi occupazionali ma erano stati assunti ex-novo appositamente per Brindisi. Una sorta di provocazione bella e buona da parte della Monteco. Dall’altra la rabbia aumentava nei disoccupati, che agognavano non di avere il posto fisso alla Monteco ma di lavorare anche solo alcuni mesi come precari. A questo punto avviene la occupazione simbolica del salone di rappresentanza svoltasi nella più assoluta calma,che si conclude con la polizia che prende foto e impronte dei partecipanti come nelle peggiori delle retate.  Ma abbiamo ben capito nel corso di oltre un anno di lotte del comitato dei disoccupati che è più facile reprimere  che dare risposte alla gente. Basti pensare agli inutili ed odiosi arresti ai domiciliari di Ottobre 2011, avvenuti 8 mesi dopo i fatti perché ci poteva essere pericolo di fuga. I bisogni della gente non vanno in ferie e quello che semplicemente possiamo affermare che la fame è aumentata. La crisi sta travolgendo i ceti medi, immaginiamoci chi non ha un euro per mettere il piatto in tavola a mezzogiorno. E a queste persone si chiedono  anche 100 euro per una multa del tribunale di Brindisi.

Commenti

Concluso il progetto "Araba Fenice"
Rimpiazzate 14 cocos plumosa a costo zero