Tennis, Fabbiano ‘Dura non giocare, ma se penso a medici e infermieri...’
Il tennis non tornerà in campo prima del 7 giugno. Il tarantino Thomas Fabbiano, capofila del tennis maschile pugliese ed ex numero 72 al mondo, ha fatto in tempo a disputare gli Australian Open per poi cancellare una serie di appuntamenti agonistici. Dov’era quando è arrivato lo stop? «Ero a Indian Wells insieme al mio preparatore fisico per preparare la tournée americana che prevedeva anche la partecipazione al challenger di Phoenix e al master 1000 di Miami - racconta a La Gazzetta del Mezzogiorno -. Appena saputo della cancellazione del primo torneo, ho deciso subito di tornare in Italia anche se ancora non erano ufficiali le cancellazioni degli altri due tornei. Non sapevo cosa sarebbe accaduto nei giorni seguenti, era una situazione nuova per tutti e sinceramente rimanere in America non mi sembrava una buona idea. Il clima che si respirava lì era normalissimo, la cancellazione del torneo sembrava lontana e non avevamo avuto nessun presentimento di un possibile stop. Nei giorni successivi il circolo è rimasto aperto, il torneo permetteva a tutti di continuare ad allenarsi, era tutto surreale e sembrava che in America sottovalutassero il problema rispetto alle misure che venivano adottate in Italia. Forse proprio questo mi ha spinto a tornare subito, non sapevamo altro riguardo il rischio di contagio e non volevo rischiare». Che sensazioni ha avuto nel volo di ritorno in Italia? «Difficili da descrivere. Durante il volo un po’ tutti abbiamo provato preoccupazione per quando saremmo atterrati in Italia ma ricordo che, stranamente, nessuno ci ha sottoposto ad ulteriori controlli rispetto alle norme. Da quando sono tornato in Italia sono in casa a Sanremo. Pur essendo nella lista dei giocatori che possono continuare ad allenarsi regolarmente, ho deciso di non rischiare e aspettare l’evolversi della situazione. Sicuramente non si riprenderá prima del 7 giugno, quindi c’è tanto tempo per riprendere la forma. Sto facendo qualche lavoro fisico in casa ma per il momento nulla di più». Come vive un professionista della racchetta un momento come questo? «Non credo che un tennista possa viverlo diversamente rispetto a un altro lavoratore. Bisogna solo aspettare e ascoltare scienziati e professionisti del settore e rispettare le regole imposte dal governo. Sappiamo che è una situazione difficile per tutti, ma il grosso del sacrificio lo fanno i medici e gli infermieri che sono in prima linea in tutto questo, perciò sento di ringraziare queste persone per tutto il lavoro che stanno facendo. Ora è importante rimanere uniti perchè tutti insieme possiamo sconfiggere questo nemico».
Commenti