Covid-19, allarme calcio: sistema verso il collasso
Il servizio del Corriere dello Sport che illustra l'emergenza economica che vivono i club
Il calcio e lo sport chiedono aiuti al Governo in vista del provvedimento di legge in materia economica in arrivo e ieri sono state inviate tre lettere: una da Gravina, una da Dal Pino e una dal Comitato 4.0.
Il rischio che chiedono di scongiurare è quello dd collasso del sistema. Nel frattempo, però, dal dpcm firmato da Conte il pallone esce rinfrancato almeno per quel che riguarda il regolare svolgimento dei campionati, che al momento non sono a rischio. In via Allegri e in via Rosellini la situazione è monitorarta giorno dopo giorno e la curva dei contagi in crescita esponenziale fa paura.
Al tempo stesso, però, il fatto che il decreto non abbia vietato gli spostamenti da una regione all'altra e che non siano stati messi in dubbio i tornei professionisti, le coppe europee e le gare delle nazionali (con l'ok del tampone previsto dall'Uefa), è considerato vitale. Soprattutto alla luce di una dichiarazione ad Avvenire del ministro Di Maio che non era affatto piaciuta («Il calcio è una grande industria, ma in questa fase sono altre le priorità. Chiudere la Serie A? Ascolteremo con attenzione le valutazioni del Comitato tecnico scientifico»).
Stipendi ritardati - La Figc non può che ascoltare il grido d'aiuto dei club a corto di liquidità. La Serie B e la C hanno azzerato gli introiti da botteghino, loro principale fonte; la Serie A ha i diritti tv, ma non ha più i soldi del ticketing e ha ingaggi dei calciatori importanti, pattuiti in era pre Covid. Cosa stanno pensando in via Allegri? A breve Gravina varerà una normativa che, in presenza di un accordo tra le sodetà e i suoi tesserati (con dizione indispensabile), garantisca flessibilità nel pagamento degli emolumenti. Questo per evitare i punti di penalizzazione per chi non rispetta le scadenze fissate per corrispondere gli stipendi. Una norma che farà contenti i proprietari. Resta da capire quale sarà la posizione dell'Aic: non trattandosi di tagli, ma di ritardi...
Lettere e Aiuti. Ma torniamo alle missive partite ieri: sia Gravina, a nome della Figc, sia Dal Pino, a nome della Serie A, hanno scritto a Conte e per conoscenza ai ministri Spadafora, Gualtieri e Speranza. Lo spunto è l'abolizione dd 1.000 ingressi alle partite stabilita dal dpcm, ma vanno oltre e chiedono di inserire il calcio tra i settori in crisi. La Federcaldo studia il documento da alcuni giorni e parte dalla convinzione che il pallone abbia un ruolo importante dal punto di vista economico e sociale. Non è una richiesta di aiuto per le società che pagano campioni da ingaggi milionari, ma per un sistema intero che dà da vivere a migliaia famiglie. I contributi richiesti possono essere diretti o indiretti (dilazione delle tasse come successo in primavera) . La Serie A ha sottolineato che ai 200 milioni di perdite per la scorsa stagione (il 60% perii ticketing), da settembre fino al 31 dicembre se ne aggiungeranno altri 400 tra biglietti non venduti e sponsorizzazioni mancate. A tutto questo va aggiunto il deprezzamento dei calciatori di circa 1,5 miliardi. Anche il Comitato 4.0, che comprende Lega Pro, Lega Basket Serie A, Lega pallavolo maschile, Lega nazionale pallacanestro, Lega pallavolo femminile, Lega basket femminile, Fidai Runcard, ha chiesto liquidità agevolata, aiuti a fondo perduto e rinvio delle scadenze fiscali.
Spadafora. Aiuti allo sport di base (dalle palestre, alle piscine passando per le sodetà dilettantistiche) sono stati invece promessi attraverso Facebook dal ministro Spadafora. «Ho compiuto ogni sforzo possibile per evitare la sospensione delle attività - ha scritto - ma purtroppo non è servito a nulla perché i dati sono peggiorati. Già domani (oggi, ndr) approveremo il decreto per sostenere con misure straordinarie tutto questo mondo die con la seconda chiusura rischia di non riaprire. Come governo dobbiamo fare autocritica: dovevamo immaginare misure con effetti diversi. Nei cenni sportivi all’aperto non si potrà fare sport da contatto».
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