Chiacchio sull'inchiesta Dirty Soccer
FONTE: SOLOSAVOIA.IT
L’inchiesta ‘Dirty Soccer’ sta facendo tremare il mondo del calcio. Per la prima volta ad indagare è una Procura Antimafia. Da metà settimana buona parte degli incartamenti sono giunti sulla scrivania del Procuratore Federale presso la F.I.G.C. Palazzi. La richiesta di tutti è quella che si faccia piazza pulita in breve tempo. “Severità e rapidità” aveva esplicitamente chiesto il presidente della Repubblica Mattarella e le prime risposte non sono tardate a giungere. Dalle stanze della Procura Federale sembra sia emersa la volontà di evitare le audizioni e procedere direttamente con i deferimenti. Questo perché il materiale probatorio raccolto (intercettazioni telefoniche e trascrizioni di sms e WhatsApp) è così puntuale che a poco servirebbe ascoltare i diretti interessati in fase preliminare. In questo modo si taglierebbero di netto i tempi del processo e si potrebbe giungere alle prime sentenze già a metà luglio, il che comporterebbe l’eventuale spostamento dei termini per le iscrizioni ai campionati.
IL NODO DELLE RESPONSABILITA’ – Per chiarire modi e tempi dell’imminente inchiesta della giustizia sportiva,SoloSavoia.it ha ascoltato il ‘re’ degli avvocati in tema di diritto sportivo, Eduardo Chiacchio. Come sempre disponibile ed esaustivo, ci ha spiegato una fondamentale differenza che potrà rivelarsi decisiva al momento della sentenza. Infatti, delle dodici società del girone ‘C’ della Lega Pro coinvolte (Salernitana, Juve Stabia, Benevento, Lupa
Roma, Catanzaro, Vigor Lamezia, Barletta, Lupa Roma, paganese, Messina, Aversa e Reggina), soltanto una rischia grosso. Si tratta della Vigor Lamezia che, non a caso, sarà difesa proprio da Chiacchio.
“In questi giorni ho sentito e letto di numerose squadre che rischierebbero di retrocedere. Ho avuto modo di leggere l’ordinanza emessa dalla Procura di Catanzaro e dal quadro probatorio emerso, soltanto in un caso si configurerebbe la responsabilità diretta del massimo dirigente della società. Mi riferisco alla Vigor Lamezia, il cui presidente è stato indagato. Per quanto riguarda gli altri club coinvolti, è stata contestata la sola responsabilità oggettiva”.
Questo cosa comporterebbe in fase di penalizzazioni?
Solo la Vigor, qualora fosse acclarata la responsabilità diretta, potrebbe essere retrocessa all’ultimo posto del campionato appena concluso, retrocedendo direttamente. Per le altre si configurerebbero unicamente punti di penalizzazione che, per la zona bassa, non cambierebbero nulla, considerando che ad esempio Barletta e Catanzaro, le più esposte, hanno chiuso con un ampio margine sulla zona play out, mentre nelle posizioni di vertice dovrà essere valutato caso per caso”.
IL CASO NEAPOLIS – Il discorso sulla Neapolis Mugnano si lega a doppio filo con quello del Savoia. Mario Moxedano ha confermato la sua volontà di regalare il titolo di ‘D’ a Torre Annunziata. Ma in tal senso c’è un grosso punto interrogativo.
“Anche il presidente Moxedano come quello della Vigor è indagato per responsabilità diretta. Pertanto la Neapolis rischia la retrocessione e la perdita della categoria di appartenenza, qualora fosse confermato il castello accusatorio”.
RIPESCAGGI – Da quanto emerso sono sempre più labili le speranze di poter rivedere il Savoia ripescato in Lega Pro.
“Sulla carta è possibile perché le penalizzazioni del Savoia sono legate ad inadempimenti amministrativi, non certo ad illecito sportivo. Pertanto il Savoia sarebbe nella piena titolarità di chiedere un ripescaggio. Ma siamo nel campo delle ipotesi perché credo che con la consegna dei libri in tribunale la proprietà si è definitivamente sfilata”.
In pratica soltanto un terzo potrebbe tentare di acquisire il titolo dalle mani del curatore (non ancora nominato) e poi chiedere il ripescaggio.
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