L'analisi: Brindisi, pochi tiri in porta e mancanza di reazione. Serve ritrovare subito la grinta
I risultati dicono che il Brindisi è in fase involutiva. I biancazzurri non vincono da quattro giornate anche se si è trattato di gare profondamente diverse tra loro sul piano delle prestazioni. A testa alta comunque con Fidelis Andria e Foggia, decisamente male, malissimo nel secondo tempo di Nardò e contro il Bitonto. Fatta salva la solita premessa dell’obbiettivo salvezza, però, non si possono ignorare alcuni aspetti. Questa squadra non conosce mezze misure: o gioca a mille allora o perde. Quando manca in aggressività e agonismo diventa altamente vulnerabile. Contro il Bitonto, al netto di tutte le attenuanti per le decisioni arbitrali e le assenze, è mancata la reazione. Quella che aveva permesso di pareggiare immediatamente contro il Foggia. Quella che ha permesso di sfiorare l’impresa in nove contro dieci contro l’Andria. Quella, insomma, che rappresenta il marchio di fabbrica del Brindisi.
Poi ci sono le questioni tecniche. Il Brindisi arriva poco al tiro. E non avendo in squadra elementi capaci di risolvere da soli le partite, di quelli che ti inventano la giocata anche quando giochi male, è un problema non da poco.
Ora non resta che riflettere sugli errori e restare freddi. Parlare di crisi, al momento, è un azzardo. Partendo sempre dal presupposto che in questo primo anno bisogna salvarsi.
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