SCU, maxisequestro alla famiglia Bruno
Un altro durissimo colpo alla Scu. Forse il più duro perché colpisce direttamente i beni di una delle famiglie più note in questo ambito. I Carabinieri del reparto operativo di Brindisi hanno confiscato beni mobili e immobili per oltre cinque milioni di euro alla famiglia Bruno, clan storico di Torre Santa Susanna. Nove appezzamenti di terreno estesi per complessivi cento ettari, uno antica masseria del XVI secolo, due aziende, due ditte individuali, tre conticorrenti contenenti circa 140.000 euro, sei trattori, sei rimorchiatori, due auto ed un autocarro.
Si tratta di elementi già sottoposti a sequestro nel 2009. Il provvedimento di confisca è stato possibile in applicazione della normativa antimafia ed è giunto dopo attente analisi sui redditi della famiglia. Dai controlli, infatti, è emersa un’enorme sproporzione tra i redditi dichiarati ed il reale tenore di vita. Il dispositivo, coordinato dal procuratore distrettuale antimafia Cataldo Motta e dal sost. procuratore Adele Ferraro, è stato emesso dal giudice Gabriele Perna. Nella stessa operazione è stato notificato ad Andrea Bruno, il boss della zona, un’ordinanza di sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a Torre Santa Susanna per i prossimi cinque anni. E’ il secondo duro colpo alla famiglia Bruno dopo quello del 2008 quando fu smantellato il clan di riferimento nell’ambito dell’operazione ‘Canali’ che portò a 28 arresti per reati di vario genere. Nel corso della conferenza stampa il colonnello Gennaro Ventriglia ha più volte evidenziato l’importanza di aver colpito il clan nel suo puntio più importante: il potere economico, fondamentale per fare accrescere il proprio potere.
[gallery link="file" orderby="title"] Foto Dario Spagnolo
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