Calcio

Ecco perchè sparì La Fortezza

19.06.2015 21:57

Divenne uno dei punti di forza del Brindisi. Forse il principale. E le sue prestazioni lo fecero entrare nel cuore dei tifosi. Ma all’improvviso sparì nel nulla, facendo perdere le proprie tracce. “Ho problemi seri” avrebbe detto più volte all’allora presidente Flora che provò in tutti i modi a riportarlo nel ‘Fanuzzi’. Secondo qualcuno fu costretto ad andare via da casa perchè minacciato.

Probabilmente dopo qualche mese possiamo svelare il mistero di Antonio La Fortezza attraverso questo articolo di Repubblica:

Era sulla scena dell’omicidio del boss Michelangelo Stramaglia, ucciso a Valenzano il 24 aprile del 2009, eppure quando i carabinieri lo ascoltarono come testimone lui disse di non aver visto nulla. Una circostanza non veritiera, secondo i carabinieri prima e la Procura poi. E anche secondo un giudice che ha condannato Antonio La Fortezza, ex giocatore del Bari ora in forza al Brindisi, a un anno di reclusione con l’accusa di favoreggiamento. La sentenza è stata pronunciata dal giudice monocratico Giovanni Zaccaro, che ha accolto così la richiesta dell’accusa. Il giocatore, all’età di 19 anni considerato una promessa del calcio, ai carabinieri non avrebbe raccontato la verità su quanto visto la sera del 24 aprile di sei anni fa, quando in via Capurso, nel centro di Valenzano, venne ucciso a colpi di pistola il boss Stramaglia, considerato elemento di spicco della criminalità barese. La Fortezza, raccontano le indagini, era sul luogo dell’agguato perché alla guida dell’auto con la quale arrivò la vittima. Stramaglia fu freddato sul marciapiede, ma il giocatore ha sempre sostenuto di non essere in grado di fornire indicazioni utili per risalire all’autore del delitto. Dichiarazioni alle quali i carabinieri non hanno mai creduto. La Procura ha così chiesto e ottenuto prima il processo e poi la condanna del calciatore. Secondo la Direzione distrettuale antimafia, a uccidere il boss sarebbe stato il pregiudicato di 53 anni Mario Giovanni Antonio Pancotto. Assolto in primo grado, è stato condannato in appello a 14 anni: una sentenza, però, che è stata annullata con rinvio dalla Cassazione. Pancotto, cioè, dovrà subire un nuovo processo d’appello, che comincerà il primo luglio. La Fortezza, classe 1982, ha giocato nel Bari di Fascetti e Cassano (sei presenze in serie A) e nelle giovanili azzurre. Nel 2001, dopo un incidente in moto e la frattura del bacino (guidava senza casco e per evitare un’auto, all’altezza di un passaggio a livello, finì fuoristrada), il lungo stop a una carriera promettente. Il centrocampista è tornato ad allenarsi: prima di approdare al Brindisi nel 2014 ha militato in altre squadre, dal Bisceglie alla Fidelis Andria.

 

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