Omicidio Saponaro, arrestato anche il fratello del killer
CELLINO SAN MARCO - Ci sono novità sull’omicidio di Gianluca Saponaro, il pregiudicato 28enne di San Pietro Vernotico freddato il 19 giugno 2010 a Cellino San Marco. I Carabinieri hanno arrestato il 26enne Antonio OROFALO, fratello del 23enne Joseph, autore materiale del delitt o. La misura è stata emessa per esigenze di cautela sociale e concreto pericolo di fuga da parte del giovane che, con sentenza emessa a seguito di giudizio abbreviato il 22 novembre 2011 dal G.U.P. del Tribunale di Brindisi, era stato condannato alla pena di 18 anni di reclusione poiché ritenuto colpevole di omicidio aggravato in concorso e porto illegale d’arma da fuoco. Già dopo 5 giorni dal fatto, aveva un nome ed un cognome l’assassino di saponaro. Gli agenti della Squadra mobile e i carabinieri si erano subito messi sulle tracce dei fratelli Orofalo, ricostruendo molte delle sequenze di quel tragico sabato pomeriggio. E al cospetto di carabinieri e poliziotti il giovane incensurato aveva raccontato la sua verità. Aveva parlato, come un fiume in piena, di continue minacce estorsive subite, assieme al fratello Antonio, da Saponaro e delle ingenti somme che erano frequentemente costretti a pagare. Fino all’epilogo: sabato 19 giugno. Saponaro si reca a casa Orofalo, con una scusa, preleva Antonio, lo porta in una campagna e con l’aiuto di alcuni complici lo imbottisce di pugni, schiaffi e calci. Pesto, sanguinante e tramortito, lo scarica, quindi, all’ingresso dell’abitato di Cellino San Marco. Antonio chiama in soccorso il fratello Joseph, mettendolo in allerta sul fatto che nel mirino di Saponaro ora c’era lui. Joseph si procura illegalmente un fucile, e a bordo della sua vettura incontra Saponaro. mentre erano entrambi in macchina il pregiudicato tira fuori una pistola. Sarebbe stato a quel punto che Joseph avrebbe estratto il fucile e lo avrebbe freddato, con un colpo alla testa. Poi assieme al fratello, avrebbero abbandonato la scena del crimine. Al termine dell’interrogatorio fu arrestato solo Josef, autoaccusatosi dell’omicidio. Ma le intercettazioni telefoniche e ambientali consentirono di mettere in luce il carattere di Antonio che, dopo l’efferato delitto si atteggiava a criminale di livello con un pizzico di cinismo per quello aveva fatto. Parlando dell’omicidio affermava di aver fatto un “piacere ad amici buoni”, si vantava di aver ucciso un “camorrista” e di avere a disposizione “un’armeria”. Ora Antonio Orofalo è rinchiuso nel carecere di Brindisi.
Azzurra Palma
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